Per un fronte che si chiude all’insegna dell’unità, quello con le regioni, un altro che si apre con il Terzo Polo: la materia dello scontro è sempre il ddl autonomia del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, oggi a Napoli per sancire unità d’intenti col governatore campano De Luca dopo tre settimane di schermaglie e accuse reciproche. Oggi la scena è nettamente cambiata. De Luca riconosce “il coraggio del ministro” ad aver accettato la linea delle regioni del Sud che chiedevano la definizione dei Lep (i Livelli essenziali di prestazione) come crocevia per procedere col resto della riforma. Una misura di perequazione per la quale si erano schierati anche i governatori meridionali più vicini alla maggioranza e di cui De Luca si era fatto portavoce. “Venerdì ho visto Zaia – esordisce il ministro dopo aver incassato il riconoscimento del governatore campano per l’attesa svolta – e la visita di oggi in Campania non è casuale. Ci sono state telefonate, c’è stato un confronto, anche uno scontro, utile a evidenziare lacune mai affrontare sul tema dell’autonomia differenziata. Parliamo dei Lep e di 23 materie trasferibili ma non solo, ce ne sono anche altre previste dall’articolo 117 della Costituzione che non sono mai state definite.
Il coraggio è dire che dopo 22 anni ci sono dei diritti civili che fanno parte della prima parte della Costituzione che nessuno ha mai tradotto in Lep”. Il ministro illustra la strategia: “Penso a intese nel giro di un anno, i primi sei mesi serviranno a definire i Lep e a seguire altri sei mesi per quantificare costi e fabbisogni standard e cosa costano i Lep. Nel frattempo l’ufficio parlamentare Bilancio sarà chiamato a mettere la bollinatura. Ho fatto un cronoprogramma di un anno, sto sentendo tutte le regioni per capire le funzioni che possono gestire rispetto allo Stato, attendo dalla Conferenza delle Regioni una proposta e mi impegno a rispettare le condizioni delle regioni con le quali andrà trovata la quadra.
Poi il secondo round sarà con i vari Ministeri, e non li vedrò entusiasti nel fatto di cedere competenze e risorse. Siamo solo al primo tempo della partita”. “Mettiamola così – spiega De Luca – Calderoli ha tentato una forzatura e nella sua prima ipotesi c’era una provocazione mirata ad esautorare il Parlamento. Il punto dirimente per noi è definire prestazioni e servizi uguali per tutti e grazie alla svolta impressa con coraggio dal ministro non siamo più in questa fase. Non firmeremo cambiali con nessuno, ma va detto che nessuno dei tre precedenti ministri ha fatto niente”. Per una polemica che si chiude, un’altra che si apre tra Calderoli e Carlo Calenda. Il leader di Azione nel corso di una conferenza stampa tenuta in mattinata aveva bollato con un bluff la proposta del leghista auspicando l’istituzione di una commissione Bicamerale. Sferzante la risposta del ministro: “Nella mia storia parlamentare fatta di nove legislature non ho mai visto una Bicamerale conclusa con successo, tutte si sono chiuse senza ottenere alcunché. Se tu non vuoi fare una cosa fai una commissione ad hoc, se non vuoi farla del tutto fai una Bicamerale e perderai ancora più tempo. Prima di parlare, sarebbe meglio studiare. Non si può confondere cos’è un Lep, cioè un Livello essenziale di prestazione, cos’è un costo standard, cos’è un fabbisogno standard e da quello ricavare il costo della garanzia dei Lep”.