Benessere sociale e culturale, una quasi millenaria tradizione universitaria e poi ricchezza e coesione sociale: è questo il mix che fa di Bologna la provincia italiana dove si vive meglio. A certificarlo è l’indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore, che conferma il primato del Centro Nord e quest’anno, in particolare, vede una prevalenza sull’asse tosco-emiliano. L’indagine, alla 33/esima edizione, fotografa 90 parametri su base provinciale attraverso fonti certificate e li traduce in una classifica che quest’anno vede Bologna in vetta, seguita da Bolzano e Firenze, che scala otto posizioni e torna sul podio dopo molti anni, mentre ultima si conferma Crotone.
Nella top ten ci sono anche altre due province toscane, Siena al quarto posto, Pisa al decimo, e un’altra emiliana, Parma (nona). Il Trentino Alto Adige resta al top: oltre a Bolzano, c’è il buon piazzamento di Trento (quinta). Milano (ottava) è tra le province dove si vive meglio, anche se perde 6 posti rispetto all’anno scorso. Fa peggio Roma, che si piazza trentunesima, perdendo 18 posizioni, Torino è quarantesima, 9 posti più giù rispetto all’anno scorso.
Tra le altre grandi città metropolitane va male Napoli, 98/ma dopo aver perso 8 posti, mentre Palermo è all’88/mo posto e guadagna 7 posizioni. La classifica evidenza punti di forza e criticità, e gli shock che il Paese sta attraversando: dopo il Covid, l’inflazione, l’aumento dei costi dell’energia e lo spettro della recessione. E’ anche la fotografia dei tanti divari territoriali che penalizzano la penisola. “Dobbiamo soccorre il Mezzogiorno – ha detto a riguardo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, alla presentazione dell’indagine – e uno degli strumenti è il Pnrr”.
“Turismo, innovazione, investimenti sulla rigenerazione urbana”, hanno dato slancio a Bologna, secondo il sindaco Matteo Lepore: “Abbiamo un aumento delle immatricolazioni all’università, siamo in crescita demografica, una disoccupazione del 3,9%. Siamo attrattivi e questi significa anche problemi da gestire”. Tra le note dolenti che riguardano Milano, il costo della vita e in particolare degli affitti. “C’è un problema come in tutte le grandi città – ha ammesso il sindaco Beppe Sala -.
Si può incidere nel lungo termine, possiamo stimolare politiche perché si costruisca, ristrutturando, appartamenti a prezzi più bassi, o lavorando sugli oneri di urbanizzazioni”. “Nel caso di Torino – come ha affermato lo stesso sindaco Stefano Lo Russo, commentando il dato – il principale indicatore che fa perdere posizioni è la qualità dell’aria, la qualità ambientale, e questo è un ulteriore stimolo rispetto alle politiche ambientali della città. Dobbiamo risollevarci”. Per il secondo anno, la classifica comprende anche l’Indice della Qualità della vita delle donne, che sintetizza 12 parametri, e secondo questa specifica graduatoria a offrire maggior benessere alle donne è la provincia di Monza e Brianza, seguita da Treviso (vincitrice della prima edizione, nel 2021) e Cagliari. Traino per la provincia lombarda sono, in particolare, i dati relativi all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, mentre è terza dietro a Cagliari e Trento per speranza di vita delle donne. Per quanto riguarda le classifiche tematiche, Belluno è al primo posto per “Ricchezza e consumo”; per “affari e lavoro” vince invece Milano, seguita da Trieste e Roma. Ma per questi parametri ci sono anche dei punti di forza al Sud, ad esempio Napoli ha il primato per aziende dell’e-commerce, Crotone è al secondo posto per imprese di under 35. Per quanto riguarda “Demografia, società e salute” Bologna è prima. Per “ambiente e servizi” svetta a Pisa, seguita da Siena ed Aosta. La provincia più sicura, al primo posto della classifica “Giustizia e sicurezza”, è Oristano. Per “Cultura e tempo libero” il primato è di Firenze, mentre Crotone è ultima anche in questo ranking.