Ci sono storie che a volte nascono per caso, all’improvviso e senza che nessuno se l’aspetti, come un fulmine a ciel sereno capace di sconvolgere le nostre vite.
Questo è quello che è capitato alla giovanissima Fabiola Balestriere, attrice di Castellammare di Stabia e studentessa universitaria, che ci ha raccontato com’è iniziata la sua carriera: «È un aneddoto molto divertente perché è nato tutto per puro caso. Ero dal parrucchiere, dove accompagnai mia madre, e quel giorno il caso ha voluto che lì fosse presente un agente televisivo, che mi ha notata e voluta fortemente tra i suoi assistiti. Da lì è stato tutto un divenire, con il provino per “Un posto al sole” per il ruolo di Alice, che interpreto ancora oggi».
Il destino, come detto, può regalare sorprese inaspettate e, per l’attrice, quella non è stata l’unica: «Mentre giravo “L’ombra del destino” in Tunisia, ad una cena ho incontrato Alexis Smith, regista del “Tredicesimo Apostolo”, e tra una chiacchiera e l’altra, dopo aver giocato a carte insieme, mi disse che mi aveva appena scelto per la fiction».
Fabiola è famosissima nelle case di milioni di italiani, e non solo, grazie ai personaggi interpretati in alcune delle principali fiction della televisione italiana, ma non solo. Nel corso degli anni, infatti, diverse sono state le esperienze lontane dal piccolo schermo, come quella con il premio Oscar Anthony Hopkins ne “Il Rito”: «Andai a Roma per il casting e fui una delle ultime a farlo perché, considerata l’importanza del film, c’erano circa due mila bambine come me lì. Entrai nella stanza e mi ritrovai, inaspettatamente, a fare il provino con Anthony Hopkins. Di quel giorno, l’unica cosa che ricordo chiaramente è la faccia di mia madre, che mi aspettava fuori la sala, quando dopo 40 minuti si è aperta la porta e mi ha trovato in braccio ad Anthony Hopkins, che mi ha dato un bacio e le ha detto che mi avevano appena scelto».
Non solo soap, non solo cinema abbiamo detto. Negli ultimi anni, la voglia di affrontare nuove sfide e superare i propri limiti è coincisa con un’esperienza del tutto diversa dal solito, il doppiaggio: «La mia prima esperienza di doppiaggio è stata con Yaya e Lennie – The Walking Liberty, di Alessandro Rak, al fianco di Ciro Priello dei The Jackal. Cercavano la voce per la protagonista e quando mi è arrivata la mail per il provino io non volevo farlo, perché non mi ritengo una doppiatrice non avendo fatto quel tipo di studio. Mia madre, però, mi disse di provarci comunque perché era comunque un’esperienza diversa da poter fare. Il caso ha voluto, però, che il giorno del provino avevo tosse e raffreddore, oltre ad aver da poco scoperto di avere due polipetti alle corde vocali, non il miglior biglietto da visita per un casting dove l’unica cosa che conta è proprio la voce. Questo mi ha portato poi a lavorare di più sulla voce, che per un attore è il proprio bigliettino da visita, e a curarla».
Iniziare la carriera da piccola non è semplice, anzi, le difficoltà sono tante ma la giovane stabiese al suo fianco ha avuto un aiuto d’eccezione: «Mia madre mi aiutava a studiare il copione, dato che ero piccolissima e non sapevo leggere, imparando quindi a memoria le mie battute e quelle degli altri attori. Quando questi cambiavano una parola, magari quella finale che dava poi l’attacco a me, fermavo tutti dicendo che avevano sbagliato e che il testo non era così, perché giustamente non riuscivo poi a capire quando toccava a me».
Proprio da piccola, Fabiola ha conosciuto quella che resta una delle sue attrici di riferimento, un modello da seguire sul set e non solo: «Tra gli attori a cui guardo particolarmente c’è di sicuro Nina Soldano, che mi ha cresciuto. Avere il suo appoggio per me è essenziale, perché sul set c’è bisogno anche di creare queste energie. Nel corso degli anni ho avuto poi modo di lavorare con artisti come Alessandro Preziosi e vari registi, quindi avere un loro consiglio, anche più tecnico, è stato importante per me. Ognuno di loro ti lascia qualcosa che poi porti con te».
Negli ultimi mesi, oltre che ad “Un posto al Sole”, il pubblico ha avuto modo di ammirare una Fabiola diversa, in “Vincenzo Malinconico, Avvocato d’insuccesso”: «Un cast fantastico, con Massimiliano Gallo che è un attore strepitoso ma anche una persona stupenda, empatica e disponibile. Andai lì per sostenere un provino per il ruolo di Alagia, con cui però non coincidevo per alcune caratteristiche come l’età, e sono stata presa, invece, per il ruolo di Brooke Fantasia. È stata una bella sfida interpretare un ruolo diverso, ne avevo bisogno anche da un punto di vista della crescita».
Infine, spazio ai sogni: «Uno dei miei sogni, in Italia, è lavorare con Paolo Sorrentino, come regista. Tra gli attori con cui vorrei lavorare mi viene in mente Pierfrancesco Favino che ritengo uno dei migliori del panorama italiano. Allargando lo sguardo alla vetrina internazionale, Johnny Depp rappresenta quello che si può definire il mio “sogno nel cassetto”.
Lo adoro da quando ero bambina, ho ancora i suoi poster in camera, e avendo visto tutta la sua filmografia mi affascina la sua abilità nell’interpretare qualsiasi ruolo. Uno dei più grandi attori in assoluto».