Torre del Greco. C’è una data cerchiata in rosso sul calendario di Raffaele Giannini, il papà dello sfortunato diciottenne travolto e ucciso da un tir in uscita dal varco-killer di viale Europa il 26 giugno del 2012. A dieci anni dalla tragedia è stata, infatti, fissato il giorno della sentenza per Massimo Balsamo – il «re dei rifiuti» accusato di omicidio colposo – e i restanti imputati alla sbarra per il processo nato dalle indagini sulla morte di Ciro Giannini: il prossimo 17 febbraio – salvo ulteriori colpi di scena – il collegio del tribunale di Torre Annunziata presieduto dal giudice Maria Camodeca emetterà (finalmente) la sentenza di primo grado.
L’ultima frenata
La requisitoria del pubblico ministero era in programma già a metà settimana, ma il trasferimento del giudice Enrico Contieri – componente del collegio – all’ufficio gip del tribunale di Torre Annunziata ha provocato il rinvio dell’udienza. Il magistrato ha, comunque, garantito la propria disponibilità a partecipare alle fasi conclusive del processo rinviato al 15 febbraio per le richieste di condanna e al 17 febbraio per il verdetto. Un pronunciamento «inseguito» per 10 anni dal papà della giovane vittima, a caccia di giustizia per il figlio perché convinto che la tragedia si sarebbe potuta evitare se tutti i «protagonisti» della vicenda avessero interpretato correttamente il proprio ruolo.
Il rischio stangata
Insieme a Massimo Balsamo – all’epoca alla guida della ditta di famiglia, a cui viene contestato l’omicidio colposo – rischiano una condanna due «vertici» della polizia municipale – l’attuale comandante Salvatore Visone e l’ex reggente Andrea Formisano, oggi a capo del settore uffici demografici del Comune – nonché i tecnici Mario Pontillo, Michele Sannino, Ambrogio De Simone e Felice Pirone. Tutti accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e omissioni in atti d’ufficio per i mancati controlli al varco-killer e la relativa assenza delle condizioni minime di sicurezza dell’accesso abusivo alle ex cave di villa Inglese.
Le colpe del sinistro
Durante la fase dibattimentale, la parte civile – rappresentata dall’avvocato Gennaro Imbò – ha portato all’attenzione del collegio la recente sentenza della corte di cassazione con cui sono state cristallizzate le responsabilità del sinistro. Ora toccherà ai giudici del tribunale di Torre Annunziata distribuire le (eventuali) condanne per una tragedia costata la vita a un giovane di soli 18 anni.
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