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La fuga dei giovani dalla Campania: «Una scelta obbligata»
Young
29 gennaio 2023
La fuga dei giovani dalla Campania: «Una scelta obbligata»
Storie di ragazzi che hanno scelto di andare via, di restare o di tornare dopo anni. Tutti accomunati dalle difficoltà di realizzarsi: «Qui gli stipendi sono troppo bassi e la possibilità di crescere e affermarsi spesso viene negata»
Antonio Di Martino

La Campania non è una terra per giovani. No, non è il titolo di uno spin-off del film di Giovanni Veronesi, bensì il risultato di un’analisi più profonda riguardo uno dei principali problemi del nostro territorio: i giovani, il mercato del lavoro e le loro prospettive per il futuro. Sono sempre più i ragazzi che lasciano le proprie case e i propri affetti per trovare lavoro altrove, spinti dalla voglia di realizzare i propri sogni e dall’amara sensazione che qui non sarebbe possibile. «Terminati gli studi a Roma, sono rimasta qui nonostante l’intenzione di tornare a casa. Questo perché non ho trovato offerte di lavoro valide in Campania. Oggi, sono Account Executive in un’agenzia di comunicazione qui nella Capitale. In futuro mi piacerebbe tornare, ma non adesso», spiega Paola Todisco, 26 anni di Castellammare, che da poco ha anche lanciato un’app «attiva in tutta Italia, con lo scopo di rilanciare il commercio di quartiere acquistando online e ritirando in negozio, dal nome Bobis».

Uno dei dati più significativi riguardo la «fuga dei giovani» è legato agli studenti fuori sede che, nella maggior parte dei casi, completato il percorso universitario non fanno ritorno a casa. Una verità sulla quale si sofferma Viviana Di Vuolo, Analyst in Unicredit a Milano: «Le principali business school sono a Milano e Roma e questo, grazie alle partnership con le aziende della zona, spinge i ragazzi a crearsi il loro futuro lì. Il nostro territorio è pieno di piccole aziende che non hanno i mezzi per investire nei giovani. Sono andata via per mancanza di prospettive, necessità di indipendenza, per ricerca continua di nuove esperienze formative e al momento non c’è l’ipotesi di ritornare perché, almeno nel mio ambito, in Campania c’è molto poco».

«A giugno, torneremo per sposarci», raccontano emozionati Giuseppe e Anna. Sette anni fa la scelta di lasciare case e famiglie per la Germania perché «in Italia per i non laureati è difficile trovare un lavoro dignitoso. Nei nostri progetti c’è quello di costruire una famiglia e non è possibile con stipendi da 600 euro al mese, per lavorare 10 ore al giorno 7 giorni su 7. Non nego di piangere ogni volta che lascio Castellammare e tutte le persone a cui voglio bene – dice Anna – ci piacerebbe tornare, ma non ci sono le condizioni per farlo». Stipendi inadeguati, mancanza di prospettive e sfiducia verso un futuro diverso, migliore.

Questo il malessere generale evidenziato dai ragazzi intervistati, con un comune rammarico. Felici di aver trovato un lavoro che li gratifichi e che consenta loro di realizzare i propri sogni, eppure tutti con l’amarezza di chi ha lasciato casa non per scelta totalmente propria. Tra loro, però, c’è anche chi è riuscito con tenacia e caparbietà ad affermarsi nella propria terra, come Camilla Chianese.

La giovane stabiese dopo aver frequentato un’accademia di pasticceria tramite Garanzia Giovani in Umbria, quindi un’esperienza gratuita, si è fatta le ossa lontano da casa, prima da Petito Pastry a Varese, poi al Capri Palace e al San Barbato, in Basilicata. Tutto questo, per poi tornare nella sua Castellammare come Responsabile di Laboratorio al Gran Caffè Napoli: «Sono tor-nata perché casa è casa. Chi si allontana lo fa per una crescita personale che qui non è possibile. Bisogna andar via per poi tornare con un bagaglio di esperienze che ti permette di ricevere offerte di lavoro adeguate, altrimenti gli stipendi offerti sono bassi a fronte di un lavoro che ti fa sacrificare molto. Non esistono giorni festivi, la sera vai a letto presto e la mattina la sveglia suona prima dell’alba».

«Per noi giovani non è semplice avere opportunità come questa al giorno d’oggi, ma ti assicuro che ci sono. Non bisogna smettere mai di cercarle » racconta Anna Mancusi, 23enne di Piano di Sorrento. Dopo diverse esperienze, come barista e commessa, oggi è segretaria aziendale di Marigo Italia, nella sede presente proprio nella sua città natale: «Qui mi sento valorizzata, in un ambiente che giorno dopo giorno mi fa crescere. Amo il mio lavoro ». Le storie di Camilla e Anna, agli occhi di tanti sembrano come delle oasi nel deserto. Questo, perlomeno, è il quadro presentatoci dai ragazzi prossimi alla maturità.

«Vorrei fare la fisioterapista, ma sarà difficile farlo qui in Campania. Non è semplice trovare lavoro nelle strutture pubbliche, mentre gli enti privati non sempre garantiscono degli stipendi adeguati», dice Nunzia Somma studentessa del Liceo Don Milani a cui fa eco Paola De Risi «vorrei lavorare nel settore della moda, ma qui non vedo realtà che possano assicurare ai giovani delle opportunità, se non a stipendi molto bassi». Alessio, studente del Liceo Plinio Seniore col sogno di fare l’architetto, dice: «Ho scelto un lavoro che qui non offre molti sbocchi. Per potersi affermare in questo campo bisogna spostarsi al nord o addirittura all’estero. La Campania non è il luogo giusto per poter vivere al meglio e per poter crescere, lavorativamente parlando».

Quello della «fuga dei giovani» è un fenomeno che non può più essere ignorato dalle Istituzioni, chiamate a rispondere alle istanze delle nuove generazioni prima che le stesse abbandonino definitivamente il Sud, lasciandolo ad un triste destino.

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