Ercolano. Due appuntamenti all’insegna dell’arte e della memoria: sabato 25 febbraio (il giorno della nascita) e domenica 26 febbraio, il Museo Archeologico Virtuale di via IV Novembre celebrerà il grande artista napoletano Enrico Caruso nel 150esimo anniversario della nascita, proiettando nel suo teatro – durante l’orario di apertura, compresi nel biglietto d’ingresso – i due film prodotti su di lui in occasione del centenario della morte: L’Eterno e il docu-film «Caruso, la mia Napoli».
I film, prodotti dalla Fondazione Cives/Mav di Ercolano con il sostegno della Regione Campania – in collaborazione con la Scabec e la Film Commission regionale – sono un omaggio all’indimenticato tenore napoletano Enrico Caruso, realizzati nel centenario della morte, come spiega Luigi Vicinanza, presidente della Fondazione Cives/Mav di Ercolano: «Per il centenario della morte di Enrico Caruso, il cittadino della Campania più noto al mondo, il governatore Vincenzo De Luca, ha voluto che tutti gli Enti e i siti culturali della Campania, avessero un riferimento forte e chiaro alla storia del grande tenore napoletano e il Mav con i suoi film, prodotti per l’occasione, ha avuto senza dubbio un ruolo di primaria importanza nel raccontare e far conoscere la vita di Enrico Caruso che è la prima popstar globale – sottolinea Luigi Vicinanza – in quanto rompe con la tradizione lirica ottocentesca italiana e dunque mondiale per affermare un genere canoro che scandalizza i tradizionalisti dell’epoca. Al San Carlo non fu fischiato ma non piacque a quell’aristocrazia che considerava il teatro tempio dell’élite partenopea. Come poteva un figlio del popolo, era figlio di un fabbro Caruso, essere considerato un grande interprete? Enrico va in America, immigrato tra gli immigrati. Eroe grandioso e tragico. Usa tutte le tecniche allora consentite per diffondere e rendere ancor più popolare la lirica: incide dischi, gira film. È il primo in assoluto a farlo. Accumula una fortuna che in parte impiega per sostenere i più svantaggiati sia tra gli italiani d’America che tra quelli di Napoli. Un personaggio così non poteva non essere raccontato con una produzione del Mav, il museo digitale tra i più all’avanguardia oggi in Italia».
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