Con il lockdown sono aumentati in maniera esponenziale gli episodi di bullismo e cyberbullismo in Italia. Secondo un’indagine effettuata dal Moige, i minori vittime di prepotenze nella vita reale – o che le abbiano subite qualche volta – sono oggi il 54%, con un incremento di 10 punti percentuali rispetto al 2020. Una piaga sociale che si è diffusa in modo allarmante anche in penisola sorrentina, come attestano le denunce frequenti che arrivano al Commissariato di Polizia di Stato di Sorrento. A preoccupare, in tal senso, è la cortina di silenzio dietro la quale spesso si cela questo fenomeno. Ma anche la sottovalutazione dei pericoli per le vittime e per gli stessi autori di atti di bullismo, per i quali possono subentrare conseguenze sul piano penale ed anche fattori ostativi per la partecipazione a concorsi pubblici o per trovare un posto di lavoro. «Ci troviamo dinanzi ad un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio e non bisogna minimamente mollare la presa», ha evidenziato il vice questore Nicola Donadio del Commissariato di Sorrento, intervenuto nel corso di un convegno a Piano di Sorrento con genitori e docenti delle scuole del territorio, insieme al professore Giovanni Ruggiero e all’assessore Antonella Arnese. «È fondamentale parlarne a fondo e confrontarsi sempre su questo tema, – ha sottolineato il vice questore – perché gli esempi positivi aiutano a stimolare la sensibilità dei giovani». Donadio è impegnato da tempo nell’organizzazione di iniziative mirate a coinvolgere genitori, insegnanti, istituzioni e associazioni per tenere alta l’attenzione sulla piaga del cyberbullismo e prossimamente parteciperà anche ad un convegno in una scuola di Monza. «L’aspetto più complesso – ha proseguito il vice questore – è relativo all’importanza di far comprendere che gli atti di bullismo non vanno confusi con “bambinate”, dato che si ripercuotono sui bulli con provvedimenti sanzionatori ed anche sui genitori, in quanto spesso le schede telefoniche da cui vengono inviati messaggi minatori sono intestati alle mamme o ai papà che diventano pertanto i responsabili in termini morali e giuridici». Sono frequenti, tra l’altro, gli episodi in cui i ragazzi si comportano in maniera prepotente con i propri coetanei più deboli, usando internet o lo smartphone come strumento persino per minacce o estorsioni. Accade di frequente, però, che i bulli convocati in Commissariato si ritrovino a scoppiare in lacrime dinanzi alla consapevolezza di aver commesso un gesto che può davvero costare caro. «In penisola sorrentina c’è poca voglia di parlare dei problemi, perché qui a tutti piace affermare che è sempre tutto bello, tutto perfetto. – ha evidenziato Donadio – Questo atteggiamento non aiuta a prevenire e contrastare problemi spesso latenti, che si diffondono proprio a causa di questo silenzio. Parlarne è la soluzione ideale per combattere la piaga del cyberbullismo. E per contribuire tutti insieme a vincere questa partita e a rendere sempre più bello questo territorio». (c)riproduzione riservata
CRONACA
5 marzo 2023
Piano di Sorrento. L’allarme degli esperti: «Un bimbo su 2 vittima di cyberbullismo»