Torre del Greco. Porte aperte (anche) agli indagati a rischio processo e niente «paletti» per gli assessori e i consaiglieri comunali della maggioranza del sindaco Giovanni Palomba: sono le «condizioni» dettate dagli esponenti del Terzo Polo per sostenere la candidatura a sindaco di Luigi Mennella, a caccia della fascia tricolore con la coalizione di centrosinistra a trazione Pd-M5S. Due questioni-chiave per i centristi incapaci di presentare una proposta autonoma e, giocoforza, ora a caccia di alleati per prendere parte alla prossima corsa alle urne.
L’incontro e le richieste
Il «mercato elettorale» era stato aperto al termine dell’ultimo tavolo del Terzo Polo, quando Rosario Rivieccio e Luisa Liguoro – rispettivamente coordinatori locali di Azione e Italia Viva – avevano, insieme al delegato all’ambiente Luigi Mele e all’ex consigliere comunale Salvatore Antifono, preso atto dell’impossibilità di presentare una proposta «alternativa» all’ex sindaco Ciro Borriello e al vice-presidente di Gori nonché della necessità di avviare un dialogo con gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra per valutare eventuali alleanze. Il primo step è stato l’incontro con i consiglieri regionali Loredana Raia (Pd) e Francesco Iovino (Italia Viva) per sondare la disponibilità a rivedere il «contratto» siglato con il M5S, il vero ostacolo allo sbarco del Terzo Polo nel centrosinistra. Non solo perché la «coalizione dei moderati» si presenta come una costola della maggioranza di Giovanni Palomba – Rosario Rivieccio e Luisa Liguoro arrivano dalla civica Ci Vuole Coraggio, Salvatore Antifono e Luigi Mele si sono divisi la gestione politica del settore rifiuti nei 5 anni di mandato – ma perché il «cavallo vincente» del delegato all’ambiente (insieme all’attuale assessore alla Nu, Cinzia Mirabella) è l’ex consigliere comunale Mario Buono, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio per voto di scambio alle elezioni del 2018 da discutere proprio due giorni prima del voto. Insomma, i due cardini dell’alleanza Pd-M5S – liste pulite e discontinuità – dovrebbero essere rimessi in discussione.
Il doppio documento
Al termine del lungo confronto, gli esponenti del Terzo Polo hanno chiesto la sottoscrizione di un documento – in cui dovrebbero essere rimossi i «paletti» contro indagati e amministratori in carica – per ufficializzare l’alleanza. Toccherà ora al Pd sondare la disponibilità dei pentastellati a rivedere l’accordo programmatico per «imbarcare» in coalizione (anche) i centristi e passare dal campo largo al campo senza confini per provare a chiudere la corsa alle urne già al primo turno. Uno scenario capace di mettere già in moto le «diplomazie democrat» per provare a mettere in piedi una coalizione variegata, ma potenzialmente vincente. Con buona pace di proclami e discontinuità.
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