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Edilizia, il tramonto del super-bonus del 110%: «Creava un’economia drogata»
CRONACA
27 marzo 2023
Edilizia, il tramonto del super-bonus del 110%: «Creava un’economia drogata»
Alla base della decisione le truffe e l’impossibilità di tenere tutto sotto controllo
metropolisweb

La stagione del Superbonus 110% è finita. A certificarlo, ancora una volta, è Giancarlo Giorgetti durante il question time al Senato. Sollecitato sul tema dal Partito democratico, il ministro dell’Economia spiega la strategia del governo e coglie l’occasione anche per levarsi qualche sassolino dalle scarpe, dopo settimane di scontro, anche duro, con le opposizioni. Ma è meglio procedere con ordine.

Partendo dal dato più interessante: “Ritengo ragionevole, al di là della prudenza che mi caratterizza, proprio grazie al lavoro oscuro e non pubblico del governo in queste settimane, dare notizie positive per tutti gli ‘esodati’ da provvedimenti di governi precedenti: una soluzione sarà trovata”. Il responsabile del Mef ricorda, infatti, che in commissione Finanze alla Camera il lavoro sul provvedimento varato il 16 febbraio scorso sta andando avanti e “sono stati già approvati degli emendamenti tesi a favorire, in particolare, la continuazione delle attività per quanto riguarda l’edilizia residenziale pubblica, le onlus, l’eliminazione delle barriere architettoniche”.

Ma, assicura, “continuiamo a lavorare, anche dietro le quinte” per trovare una soluzione a chi “in questa trappola ci è caduto e si ritrova con crediti incagliati”. Che, ci tiene a precisare, “non sono da mettere in relazione al nostro decreto”. Poi la stoccata politica: “Ci impegneremo fino all’ultimo minuto utile, perché si tratta di famiglie e imprese che hanno creduto ai fuorvianti messaggi iniziali sulla gratuità per tutti e senza costi per nessuno”. Giorgetti mette sul tavolo “due certezze”.

La prima è che “una nuova stagione di bonus al 110%, per tutti, ricchi e poveri, prime e seconde case, al mare o in montagna, non è all’orizzonte”. Anche perché, pur ammettendo che “abbia rappresentato in una precisa fase storica un impulso alla ripresa e al lavoro”, i “crediti di imposta generati per 120 miliardi di euro sono debito che lo Stato dovrà pagare nei prossimi anni, per stimolare interventi che, a conti fatti, va a interessare meno del 5% del patrimonio immobiliare esistente”.

La seconda, invece, è “che un dosaggio mirato di percentuali di detrazioni spettanti, con perimetrazione accurata della tipologia di interventi da consentire – in presenza di determinate condizioni soggettive e oggettive, quali il disagio economico e sociale – sconti e cessioni costituiranno un’ipotesi di futuro sostenibile”. In poche parole, gli incentivi restano per quei nuclei familiari le cui condizioni economiche impedirebbero interventi per l’efficientamento energetico della propria abitazione.

“La decisione presa dal governo il 16 febbraio prevede comunque la disciplina transitoria, che consentirà di continuare a esercitare le opzioni di sconto e cessione per tutti gli interventi per i quali risultano già presentate le richieste di titolo edilizio abilitativo”, sottolinea ancora il responsabile del Mef. Che non ci sta a far gettare la croce addosso solo al governo Meloni: “I cosiddetti ‘esodati’ esistevano già a quella data, non li ha certo creati il dl varato da questo esecutivo ma quelli assunti dai governi precedenti”.

Giorgetti, per corroborare le sue tesi, ricorda i dati sulle frodi legate al bonus facciate: “Altri 3,2 miliardi sono stati scoperti proprio nei giorni scorsi”. Intanto, a latere prosegue il dibattito in Parlamento con le audizioni. In commissione Bilancio della Camera il Cnel ritiene che “il principale fattore di criticità su cui dovrebbe concentrarsi l’attenzione del legislatore sia rappresentato dalla eccessiva ampiezza del ventaglio di destinatari delle agevolazioni finanziate con risorse della collettività attraverso lo strumento del credito fiscale”.

Per la magistratura contabile, che giudica “urgente” un tavolo di confronto con le parti sociali, “il Superbonus, anche solo per le difficoltà burocratiche connesse alla sua gestione, ha finito per favorire gli interventi sulle abitazioni dei ceti sociali più elevati”, dunque “serve una riflessione sull’opportunità di prevedere, in futuro, percentuali differenziate di detraibilità a favore degli immobili di classe energetica bassa per promuovere l’efficientamento”. Ma prima va risolto il problema dei crediti incagliati.

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