È tornata per la prima volta fuori la sua scuola Luisa Celotto, la docente d’inglese che ha denunciato di essere stata aggredita dalla madre di una sua alunna all’interno della succursale del Plinio Seniore. Ieri mattina ad accoglierla all’ingresso della sede centrale di Via Nocera c’erano una ventina di manifestanti, alunni ed ex studenti della professoressa, ma anche tanti giovani provenienti dalle altre scuole stabiesi. Molti gli abbracci e le parole di solidarietà, ma erano assenti al mini corteo le altre docenti e la dirigente scolastica Fortunella Santaniello che ha comunque espresso nei giorni scorsi solidarietà alla professoressa per l’accaduto. Una faccenda di cui ancora non si conosce l’esatta dinamica e sulla quale sta indagando la polizia di Castellammare, perché se venerdì Luisa Celotto ha ufficialmente denunciato alla polizia la madre dell’alunna, dall’altra parte A.G. ha fatto sapere tramite il suo legale di non aver mai aggredito la professoressa e di essersi recata a scuola per assistere la figlia in preda ad un attacco di panico. «Faccio ancora fatica a dormire la notte – ha detto la professoressa Celotto – Non sono serena. C’è un clima di paura, non ho visto mie colleghe, ma di certo non mi aspettavo la loro presenza a quest’ora e davanti la scuola. Tutti abbiamo paura, io ho dimostrato di non averne. Ho sporto denuncia alla polizia contro la signora. Ai miei studenti dico grazie di essere qui e spero di tornare quanto prima da loro». Pienamente dalla parte della professoressa Celotto si è schierato l’onorevole Francesco Emilio Borrelli: «Chiederò un incontro ai commissari, è incredibile che non si siano schierati – ha dichiarato il deputato Verde – Non c’è nessuna giustificazione a questa vicenda. È stato fatto un vero e proprio raid criminale. La scuola è un luogo sacro dove non dovrebbe mai avvenire una cosa del genere. Voglio ricordare a tutti che la professoressa è andata all’ospedale non accompagnata da nessuno». Michele De Feo
CRONACA
2 aprile 2023
Castellammare. La prof Celotto torna al Liceo: «Tanti miei colleghi hanno paura»