Travolse il camion della Nu su cui viaggiava Gennaro De Falco che rimase schiacciato a seguito del terribile incidente stradale. A un anno da quella tragedia, costata la vita a un 64enne di Somma Vesuviana, è arrivata la svolta nell’inchiesta per far luce su quello spaventoso impatto. A conclusione delle indagini preliminari del procedimento penale per omicidio stradale in capo ad A. R. D. A., quarant’anni, di Somma Vesuviana, iscritto da subito nel registro degli indagati, il Pubblico Ministero della Procura di Nola, dottoressa Patrizia Mucciacito, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’imputato e il Gup del Tribunale, dottor Martino Aurigemma, riscontrando la richiesta, ha fissato per il 26 maggio 2023, alle 9.15, l’udienza preliminare di un processo «da cui ci aspettiamo sia fatta giustizia» dice il fratello di De Falco, Andrea, che, per essere assistito, attraverso il consulente dottor Vincenzo Carotenuto, si è affidato a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. L’incidente è successo il 26 aprile 2022 a Somma Vesuviana ed è stato ricostruito nei minimi dettagli dall’ingegner Gerardo Mirabelli, il Consulente Tecnico d’Ufficio incaricato dal Sostituto Procuratore di accertarne dinamica, cause e responsabilità e che si è avvalso anche dei filmati delle telecamere di video sorveglianza di un’abitazione nei pressi, che hanno ripreso tutto. Alle 4.30 del mattino De Falco, che aveva 64 anni e risiedeva nella stessa Somma Vesuviana, come ogni mattina si trovava alla guida di un autocompattatore Renault Maxity per la raccolta dei rifiuti dell’azienda “Igiene Urbana Evolution Srl”, per la quale lavorava come operatore ecologico, assieme ad un collega seduto sul sedile del passeggero, e stava procedendo su via Santa Maria del Pozzo, una strada comunale. Giunto a cinquanta metri dal civico 109, dovendo imboccare una piccola traversa sulla sinistra, il sessantaquattrenne ha rallentato fino a raggiungere una velocità di 20 chilometri all’ora e ha iniziato la manovra di svolta. E’ stato allora che dalle sue spalle è sopraggiunta come un missile la Mercedes Classe A dell’imputato, che non solo viaggiava «a una velocità compresa tra i 118 e i 128 chilometri orari, a fronte di un limite di 50» scrive il Ctu nella sua perizia cinematica, ma nell’intento di superare l’autocompattatore ha anche invaso la corsia opposta, in barba alla striscia continua, non avvedendosi che il mezzo operatore stava girando. L’impatto tra i due veicoli è stato tremendo. La Mercedes, dopo aver travolto violentemente il mezzo di controparte, è finita contro un cancello in ferro di una proprietà, ma la peggio l’ha avuta l’autocompattatore, che si è addirittura ribaltato sul fianco sinistro, quello su cui si trovava il conducente, che purtroppo è rimasto schiacciato ed è deceduto sul colpo per le gravissime lesioni cranico-toraciche riportate , con emorragia cerebrale, fratture costali multiple e contusioni polmonari, come accertato dal medico legale. Di qui la richiesta di processo per A. R. D. A. accusato di aver causato la morte di De Falco «per colpa consistita in imprudenza, negligenza e imperizia e in violazione delle norme della circolazione stradale».
CRONACA
6 aprile 2023
Netturbino ucciso a Somma Vesuviana, automobilista a rischio processo