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Agerola. Curva killer, morto l’autista. In strada l’indignazione degli amici
Monti Lattari
12 maggio 2023
Agerola. Curva killer, morto l’autista. In strada l’indignazione degli amici
Alessandra Boccia

Uniti nel ricordo ed in onore di Nicola, il giovane autista che ha perso la vita proprio mentre stava lavorando. Circostanze ingiuste ed assurde che, purtroppo, non hanno il sapore di novità: quanti prima di lui sono vittime nell’orario di lavoro e su quella strada. Un’ingiustizia che oggi non può più tacere.

«Che Italia è quella che sta girando?» il grido di tutta Agerola che ieri 11 maggio era su quella strada. L’unica risposta che sanno darsi è il silenzio. Irrompono e sembrano stonare i paesi che nel frattempo festeggiano lo sport proprio sulla Provinciale 55. Si legge sugli striscioni: “Il giro dell’indifferenza”, “Nicola vittima di negligenza”, poi scuse e rimproveri per un asfalto non idoneo, barriere inesistenti. «Che Italia è quella che sta girando? » riprende Antonella Marchese, dottoressa in Giurisprudenza che si unisce ai giovani in strada.

«Nel regno dell’indifferenza, l’unico barlume di speranza è negli amici di Nicola: niente e nessuno potrà restituircelo, ma ieri, nei loro volti commossi e affranti c’era l’infinito amore per lui mescolato di una sana rabbia per ciò che non doveva assolutamente succedere. Questo sentimento si è tramutato in una straordinaria “cittadinanza attiva e reattiva”, che oggi impone loro di denunciare senza se e senza ma l’assurda contraddizione della realtà in cui viviamo: che Italia è quella che sta girando? Per i Nicola che ci sono già stati e che non dovranno più esserci, mi unisco all’accorato moto di protesta dei Giovani di Agerola e rivendico insieme a loro il diritto di un lutto collettivo e di un futuro degno di un paese veramente civile».

Chiedono sicurezza, attenzione, prevenzione per una morte che non si può accettare. Nicola aveva 28 anni, stava vivendo la vita che aveva scelto operando con prudenza un mestiere che mai avrebbe pensato di lasciare così.

Il decorso delle indagini non placherà mai la rabbia nei suoi amici e familiari, ma il messaggio è chiaro: che sia il decisivo invito a migliorare le condizioni di sicurezza su una strada che continua a non lasciare scampo.

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