Torre del Greco. La linea dettata dai vertici del Pd è stata chiara e netta: «Per la composizione della giunta bisogna dialogare solo con i rappresentanti dei partiti». Un ordine a cui il neo-sindaco Luigi Mennella ha risposto volens nolens con un «obbedisco» di garibaldina memoria, ma capace di scatenare inevitabili malumori all’interno di una maggioranza in larga parte composta da consiglieri comunali eletti in liste civiche e di rallentare così la corsa verso il varo del primo esecutivo cittadino a trazione Pd-M5S.
La strategia
I confronti «ufficiali» con gli esponenti dello schieramento uscito vincitore dalle ultime elezioni all’ombra del Vesuvio sono cominciati lo scorso week end, quando l’avvocato penalista «calato» dai consiglieri regionali Loredana Raia e Mario Casillo alla guida di palazzo Baronale ha avviato il giro di consultazioni per individuare i sette assessori della sua prima giunta. Mettendo da parte il manuale Cencelli e illustrando i «criteri di scelta» per la rappresentanza politica: niente riunioni «collegiali» con i consiglieri comunali e priorità alle indicazioni dei partiti. Tradotto in soldoni: le liste civiche della coalizione resteranno senza «visibilità» in giunta, con buona pace dei verdetti delle urne. Una strategia decisa dall’alto per «rinsaldare» i rapporti con il M5S – la vera Cenerentola del carrozzone politico messo in piedi da Luigi Mennella, con soli 1.100 voti – e con la lista di Per, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali per la Provincia e la Regione. Lo schema, dunque, già è pronto: due assessori al Pd – in pole position per una poltrona c’è l’ex vicesindaco Michele Polese, la cui nomina consentirebbe ai dem di «recuperare» in consiglio comunale il segretario cittadino Salvatore Romano – e una poltrona a testa per Terzo Polo, grillini e Per. Le ultime posizioni sarebbero appannaggio diretto del sindaco, chiamato a pagare i primi «debiti politici» accumulati durante la campagna elettorale (in particolare, durante il ballottaggio). Per la carica di vice-sindaco, infine, i riferimenti del Terzo Polo costruito sull’asse Repubblicani-Azione sono già pronti a mettere sul tavolo delle trattative l’ottimo risultato ottenuto alle urne.
Le prime reazioni
Se Valerio Ciavolino e Domenico Maida (per ragioni diverse) nicchiano e sembrano «adeguarsi» alla linea del sindaco, gli esponenti delle restanti liste civiche non nascondono il proprio malumore. E cominciano a spostare le proprie «attenzioni» sulla carica di presidente del consiglio comunale. A mettere per prima la propria «disponibilità» sul tavolo è stata Annalaura Guarino, già consigliere anziano durante il secondo mandato da sindaco di Ciro Borriello. E ora pronta a diventare il primo presidente «rosa» dell’assise di Torre del Greco. Diktat del Pd, permettendo.
@riproduzione riservata