Torre del Greco. Il primo campanello d’allarme per l’edificio di Corso Umberto I interessato dal crollo registrato oggi alle 11:30 era scattato a marzo del 2013, quando i tecnici dell’ufficio dissesti statici del Comune furono allertati da alcuni abitanti della zona.
Mentre proseguono i lavori di vigili del fuoco e amministrazione comunale per la messa in sicurezza dell’area del disastro – fortunatamente il bollettino del crollo conta solo 4 feriti, nessuno in pericolo di vita – emergono i primi, drammatici e per certi versi incredibili, dettagli sulla «storia» dell’edificio venuto giù come neve al sole di luglio.
Il 21 marzo del 2013 il personale dell’ufficio dissesti statici effettuò un accurato sopralluogo all’interno dell’edificio e mise nero su bianco in una relazione all’attenzione del sindaco – all’epoca Gennaro Malinconico – tutti i pericoli rilevati durante l’ispezione.
In particolare, nella relazione testualmente è scritto: «Infiltrazioni d’acqua dal solaio intermedio collocato al secondo livello del fabbricato, in una cameretto dell’unità immobiliare posta al primo piano. L’unità soprastante al momento risulta sfitta e i proprietari sono residenti in altra Regione».
Viste le condizioni dell’immobile e i rischi legato alle infiltrazioni d’acqua, i tecnici del Comune non ebbero dubbi: «Dopo un’ispezione interna ed esterna all’unità immobiliare danneggiata si è accertato che l’infiltrazione d’acqua proviene probabiletente dai lastrici solari del fabbricato, attraversando l’appartamento sfitto. Infine, dalle facciate esterne del fabbricato si nota la caduta di intonaco dai fregi ornamentali del cornicione, con probabile ulteriore caduta di intonaco dalle facciate stesse».
Considerata la particolare urgenza del provvedimento e l’effettivo pericolo di danni alle pubblica incolumità, i tecnici del Comune chiesero al primo cittadino l’emissione di un’apposita ordinanza di messa in sicurezza.
Il sindaco Gennaro Malinconico ordinò l’esecuzione degli interventi ad horas e vietò l’utilizzo della cameretta interessata dalle infiltrazioni d’acqua.
Trascorsi i termini, l’ordinanza fu mandata alla Procura per i provvedimenti del caso visto che il Comune già all’epoca non era in grado di intervenire in danno in quanto non sono stati mai previsti i fondi per casi di urgenza.
Un pericolo evidentemente sottovalutato per dieci anni – a dispetto di vari inviti dell’amministratore di condominio ai proprietari, destinatari dell’ordinanza – fino al drammatico crollo in cui, fortunatamente, non sono state registrate vittime.
@riproduzione riservata