Tra i paesi europei l’Italia “è quello con il più alto rischio povertà tra gente che lavora“. Il dato emerge dallo studio strategico inedito realizzato da The European House – Ambrosetti, che analizza lo scenario di riferimento e il contributo delle imprese private alla legalità e alla sicurezza dei territori e identifica alcune priorità concrete su cui agire. Lo studio è stato presentato stamattina al convegno-dibattito “Alleanza pubblico-privato: insieme per la legalità” ospitato dalla centrale di Calenia energia a Sparanise.
“L’Italia è sestultima in Ue” per le condizioni di fragilità dei lavoratori, ha spiegato Emanuele Briante, associate partner di The european house – Ambrosetti. In questo quadro spicca la gravità della condizione della donna lavoratrice, sulla quale grava il peso del mantenimento della famiglia. “In Italia il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro – annota lo studio – è inferiore rispetto ai Paesi peer e alla media Ue. In troppi casi la donna è posta di fronte all’alternativa tra lavoro e maternità, anche a causa della carenza di servizi di welfare (asilo nido), insieme a una organizzazione del lavoro e della vita familiare che penalizza“. Sulla donna pesa anche un differente trattamento economico. “Il lavoro femminile è meno remunerato – si legge nello studio –. Questo aggrava situazione di fragilità economica delle famiglie, soprattutto quelle in cui è la donna a farsi carico del mantenimento dei figli“. Tutto questo “condiziona le possibilità di istruzione e accesso ai servizi pubblici dei figli, favorendo la marginalizzazione“.