“World Pasta Day”: oggi il festeggiamento per i 25 anni della giornata mondiale della pasta. Secondo i dati elaborati da Unione Italiana Food e IPO – International Pasta Organisation, la produzione mondiale oggi sfiora i 17 milioni di tonnellate (+1,8% sul 2021), raddoppiando quasi i 9 milioni del 1998. Da 25 anni, il mondo della pasta può contare su due costanti: l’Italia detiene il primato mondiale nella classifica dei paesi produttori, con circa 3,6 milioni di tonnellate di pasta prodotte nel 2022 ed un fatturato che sfiora i sette miliardi di euro. Oltre ad essere primo tra i paesi produttori di pasta, l’Italia è anche il primo paese in ambito del consumo della pasta. Con un totale di 1,3 milioni di tonnellate consumate nel 2022: il 25% della pasta consumata nel mondo e il 75% consumata in Europa sono prodotti da un pastificio italiano. La pasta viene definita inoltre come primo piatto più apprezzato nel mondo, e rappresenta un vero e proprio segno distintivo in tutto lo stivale. Dagli spaghetti alle fettuccine, sono circa 300 i formati di pasta prodotti e consumati. Ogni formato racconta inoltre una storia, portano in tavola storie e tradizioni di un territorio. Immaginiamo di passeggiare nei vicoli di Napoli, città che fa da sfondo ad alcune delle ricette più utilizzate in tutta Italia e non solo. Sarà proprio nel capoluogo partenopeo che potrai mangiare un delizioso piatto di pasta e patate. Piccoli tubetti, dalla loro forma che riconduce a piccoli tubi, accompagnati da patate ed, in alcuni casi, dall’aggiunta della provola. Filante e profumata, questa deliziosa ricetta segna l’identità del popolo partenopeo.
L’attenzione sarà tutta sulla pasta e su quanto questa riesca ad unire diverse culture e tradizioni. Con la società che punta al progresso, inevitabilmente anche la protagonista di questa giornata, ha dovuto adattarsi e reinterpretarsi. Nel corso del tempo infatti, la pasta è stata reinterpretata ed adattata rispetto ai nuovi stili di vita. Ad oggi, per chiunque desideri un piatto di pasta basta recarsi al supermercato, acquistare il formato di pasta desiderato, un condimento che lo accompagni ed il gioco è fatto. Ma la vera domanda è: in che modo l’industria della pasta è riuscita a far si che l’accesso a tale piacere risulti così semplice? Per avere una risposta in merito dobbiamo tornare indietro nel tempo: fin dall’antichità l’uomo aveva a disposizione diversi tipi di cereali, i quali, frantumati e miscelati assieme all’acqua, formavano una specie di impasto. Dall’antichità in avanti, sono molteplici le storie che accompagnano l’evoluzione della pasta, di come questa venisse creata e successivamente messa in commercio. Una tra le tante storie è quella di Francesca e Nunziata, raccontata nell’omonimo romanzo. Siamo a Salerno durante la metà dell’Ottocento.
In quel periodo Garibaldi sarebbe arrivato a Napoli, per unire le terre campane a quelle piemontesi per creare così l’Italia. Francesca è una donna anziana, ed in un lungo monologo dice ciò che poi riscontriamo ancor oggi: “Se non ci vuole più il sole, se i maccheroni li possono fare anche i piemontesi per noi è finita. Noi, per fare la pasta, dovevamo interrogare le nuvole e le stelle: ci voleva competenza e passione”. L’anziana donna infatti aveva ben pensato che in pastificio moderno non sarebbe più stato necessario aspettare i lunghi tempi di essiccazione della pasta e della lavorazione artigianale. Oltre che dal punto di vista storico, la pasta apporta grandi risultati anche nell’ambito dell’economia del paese. Più della metà della pasta prodotta in Italia finisce all’estero. Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone si confermano i Paesi più ricettivi, acquistando complessivamente circa il 58% dell’export italiano di paste alimentari. La pasta italiana è ormai “di casa” all’interno delle cucine di tutto il mondo. Basti pensare ad uno dei piatti considerato una perfetta fusione tra tradizione culinaria italiana ed americana: i famosi spaghetti e polpette.
Gli spaghetti, il formato di pasta più conosciuto ed amato. Le polpette, piatto tipico della tradizione partenopea. Due deliziose pietanze che, unite tra loro, vanno a formare uno dei piatti più conosciuti a livello internazionale. Spaghetti e polpette, o anche “Spaghetti with meatballs”, è considerato da molti italiani come un connubio impensabile, da immaginare solo all’interno delle scene dei film. Dalla Disney, con Lilli e il vagabondo, al capolavoro firmato Francis Ford Coppola, la ricetta “Spaghetti with meatballs”, viene rappresentata come il collegamento perfetto tra l’Italia e l’America. Richard Castellano, nei panni di Peter Clemenza ne “Il Padrino”, spiega ad un giovane Al Pacino, nella pellicola Michael Corleone, la ricetta perfetta per degli ottimi spaghetti con polpette.
“Si comincia con un poco d’olio, ci friggi uno spicchio d’aglio…poi ci aggiungi tomato e anche un poco di conserva. Friggi e attento che non si attacca… quando tutto bolle ci cali dentro salsicce e pulpetta, poi ci metti uno schizzo di vino e nù pucurille ‘e zucchero. E mangi da dio”. E come direbbe Marco Lodoli, scrittore e giornalista italiano: “La vita a volte è bella, se mamma ha fatto gli gnocchi”. Lodoli è riuscito, in poche parole, a dare il giusto valore alla pasta: un elemento capace di rendere piacevoli anche i momenti più bui della vita.