Trentaquattro anni dopo, il quartiere Ponticelli, nella periferia est di Napoli, ricorda le vittime della “Strage del bar Sayonara”: era l’11 novembre 1989, otto uomini a bordo di tre autovetture, fecero irruzione nel bar, armati di fucili a canna mozza. Quella sera, il bar Sayonara fu teatro di un vero e proprio massacro di camorra. Gli uomini armati non conoscevano il volto dei loro bersagli, spararono all’impazzata, uccidendo in totale sei persone, quattro delle quali completamente estranee alla vita criminale.
La sera dell’11 novembre 1989, le strade di Ponticelli vennero macchiate di sangue e sul selciato rimasero i corpi di Gaetano De Cicco, Domenico Guarracino, Salvatore Benaglia e Gaetano di Nocera, vittime innocenti. L’iniziativa, arrivata alla sua 13esima edizione, prevede oggi laboratori didattici con gli studenti delle scuole della VI municipalità, diffusi in vari luoghi significativi del quartiere sotto lo slogan “Abitare il quartiere contro la camorra”. Al Parco Simone si terrà un laboratorio di lettura delle fiabe a cura della cooperativa “Sepofà” e il laboratorio di giochi a cura di “Bimbi Spaziali”; presso la biblioteca “Grazia Deledda” saranno letti alcuni passaggi del libro “Cuori spenti. Storie di vittime innocenti” con Raffaele Sardo.
Al contempo, l’associazione “Noi@Europe” gestirà un laboratorio sull’attivismo civico e la cooperazione internazionale, “TerradiConfine” allestirà un info point sulle attività ed orari della biblioteca, l’atelier “Re Mida Napoli” allestirà un laboratorio di approccio ai materiali di scarto, utile alla sensibilizzazione al non spreco e quindi alla necessità di una corretta raccolta differenziata. L’iniziativa è organizzata dal presidio di “Libera Ponticelli”, “Fondazione Pol.i.s.”, “Coordinamento Campano familiari vittime innocenti della criminalità”.
La strage consumata all’interno delira Sayonara ha segnato per sempre la vita e la storia di questo quartiere. “In questi anni tanti luoghi rigenerati sono nati, partendo da lì ci riprendiamo ogni singolo metro di strada fino alla piazzetta che da luogo di morte diventa segno di speranza. Come ogni anno ci impegniamo a fare memoria e per farlo abiteremo il quartiere. Lo dobbiamo a Gaetano De Cicco, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino e Gaetano Di Nocera che persero la vita quel giorno”, dichiarano gli organizzatori della giornata.