Castellammare. Il narcotrafficante RaffaeleImperiale ha ceduto alle autorità italiane un’isola di sua proprietà che si trova in un arcipelago di fronte a Dubai. La notizia è stata resa nota oggi dal sostituto procuratore Maurizio De Marco nel processo che vede una ventina di imputati tra cui anche il narcotrafficante internazionale. Il pm ha anche consegnato al gup Miranda delle memorie contenti due manoscritti con il quale Imperiale notifica la sua decisione.
Nel processo in corso a Napoli, che si sta celebrando con il rito abbreviato davanti al gup Maria Luisa Miranda, oltre al narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale sono imputati anche i suoi più stretti collaboratori, come Bruno Carbone, suo socio in affari, Corrado Genovese, il contabile del gruppo, Daniele Ursini, responsabile della logistica, e una serie di collaboratori e dipendenti. Appartenevano a Imperiale, arrestato a Dubai nel 2021 e oggi collaboratore di giustizia, anche due preziosissime due tele di Van Gogh, fatte ritrovare in una villa e anche queste consegnate ai magistrati italiani. Oggi, durante l’udienza in corso nell’aula 116 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, è stata sollevata dal collegio difensivo, un’eccezione riguardante l’utilizzabilità delle chat Encrochat e Sky ecc decodificate dalle autorità francesi e facenti parte del compendio accusatorio della DDA di Napoli. Dopo avere sospeso l’udienza per considerare l’istanza, il giudice ha deciso di rigettare la richiesta di sospensione avanzata dagli avvocati che ritenevano invece opportuno attendere il pronunciamento delle sezioni unite della Suprema Corte di Cassazione circa l’utilizzabilità di quelle conversazioni.
Si chiama Taiwan e appartiene a un arcipelago realizzato artificialmente davanti a Dubai l’isola che il narcotrafficante internazionale, attraverso i suoi legali, ha deciso di consegnare, come fece anche per due preziosissimi quadri di Van Vogh, alle autorità italiane. Nel corso della requisitoria in corso nel tribunale di Napoli davanti al gup Maria Luisa Miranda, il pm antimafia di Napoli Maurizio De Marco ha ricordato i sequestri finora eseguiti dall’autorità giudiziaria, tra cui figurano anche un imponente arsenale trovato lo scorso marzo a Giugliano in Campania e l’acquisizione, del “tesoretto” in bitcoin, del valore di 1,8 milioni di euro, anche questo riconducibile al narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, annesso lo scorso 16 novembre al Fondo Unico Giustizia (FUG). Imperiale, dopo l’espulsione dagli Emirati Arabi Uniti, ha avviato il suo percorso di collaborazione con la Giustizia il 15 ottobre 2022. In precedenza aveva rilasciato delle dichiarazioni in il 7 ottobre 2022. Per il pm antimafia Maurizio De Marco è pacifico che il percorso sia stato avviato “per ottenere i benefici previsti dalla legge”, ha ribadito De Marco anche perché “si trova per la prima volta in carcere”. “La profondità delle sue dichiarazioni – ha detto ancora il pm – è in corso di esplorazione mentre non lo è invece la genuinità delle propalazioni rese, sulle quali non ci sono dubbi alcuni”