Torre del Greco. Per dieci anni avrebbe insultato e offeso la sua compagna, costretta a sopportare frequenti attacchi di gelosia e a frequentare solo i luoghi «graditi» al partner.
L’ennesima storia di «amore malato» arriva dalla periferia cittadina e – al momento – si è chiusa con l’allontanamento di un incensurato di 39 anni dalla vittima delle sue prolungate angherie.
All’uomo, infatti, i carabinieri della caserma Dante Iovino hanno notificato un divieto di avvicinamento alla persona offesa firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata. Il provvedimento è scattato a meno di un mese dalla denuncia con cui la donna ha deciso di scrivere la parola fine a un calvario lungo 10 anni.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, infatti, tutto sarebbe iniziato agli inizi del 2014. Quando, cioè, il 39enne avrebbe cominciato a manifestare «manie di controllo» sulla sua compagna: un comportamento inizialmente accettato dalla donna, ma diventato con il passare degli anni insopportabile.
Perché le frequenti scenate di gelosia – accompagnate da insulti e minacce – avevano lasciato il posto a schiaffi, pugni e calci sferrati per futili motivi. «Non farò la fine di Giulia», la molla scattata nella testa della donna a metà novembre dopo la scoperta della morte della 22enne, uccisa dal fidanzato.
Grazie alle dichiarazioni della vittima, gli inquirenti sono riusciti a raccogliere un grave quadro indiziario a carico del 39enne, ora raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla (ex) compagna.
La donna, invece, ha deciso di accogliere l’invito dei carabinieri a rivolgersi a un centro anti-violenza del territorio per uscire da un tunnel lungo 10 anni.
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