Torre del Greco. Sono le 2 di notte a Torre del Greco e i carabinieri stanno arrestando un 50enne del centro storico. L’uomo deve rispondere di atti persecutori. L’ennesimo arresto, l’ennesima violenza di genere.
Ma ogni arresto, ogni reato, nasconde storie a sé e spesso i carabinieri si trovano a dover ascoltare racconti raccapriccianti ai quali non si può e non ci si deve abituare.
Ma partiamo dall’arresto. Sono circa le 18.30 del giorno dell’Epifania e i carabinieri di Torre del Greco – allertati dal 112 – ricevono la segnalazione di un uomo che sta minacciando l’ex compagna. I militari raggiungono l’abitazione al secondo piano e trovano il 50enne.
Lui, già noto alle forze dell’ordine, è in evidente stato di alterazione psicofisica causata probabilmente per aver fatto uso di stupefacenti. E’ un impeto di rabbia e urla, anche in presenza dei militari, di voler uccidere la sua ex compagna: «Ti ammazzo, ti do fuoco con la benzina, ti taglio l’altra gamba e ti metto sulla sedia a rotelle».
La vittima, 45 anni, infatti è disabile e le manca un arto. Vive con i propri genitori che – nonostante l’età – sono stati i primi a difendere la propria figlia da quell’uomo che pretendeva di rivederla. Per bloccare il 50enne i due carabinieri hanno non poche difficoltà ed è necessario l’intervento di un’altra gazzella per immobilizzarlo e trasferirlo in caserma.
Negli uffici della caserma di Torre, più tardi, arriverà anche la vittima e sarà lì che i militari – coordinati dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Torre Annunziata – ricostruiranno la vicenda.
La vittima ha avuto una relazione con quella persona che è durata 8 mesi e per l’ultimo di questi ci ha anche convissuto. La storia termina a ottobre quando lui decide di cacciarla di casa; sarà il papà – 75enne – ad andare a prenderla in strada con le sue valigie.
In quegli otto mesi nessuna violenza fisica ma vessazioni e umiliazioni continue che la vittima ha subìto come madre, donna e addirittura per la propria disabilità. Il culmine in un messaggio che lui postò sui social dopo l’ennesima lite dove faceva riferimento alla smorfia napoletana, alla donna e al numero 77 (anno di nascita della donna ma pure “le gambe” per il libro partenopeo n.d.r.) e che anche il destino si era preso gioco di lei.
Urla, minacce di morte ed episodi di violenza psicologica che la facevano da padrone quando lui beveva e faceva uso di cocaina. La donna aveva deciso di farla finita e di chiudere quella storia malata. Nessuna denuncia, nonostante i quotidiani tentativi del 50enne di contattarla.
La donna aveva rifiutato ogni tentativo di riavvicinamento e, malgrado i 27 profili social creati dal 50enne che lei aveva bloccato ogni qual volta veniva contattata, si è vista l’ex compagno davanti alla porta di ingresso dell’abitazione. Lei non era uscita, erano giorni che non usciva, e aveva preferito stare in casa con i propri genitori proprio per paura che tutti quei messaggi e quelle minacce di morte o di dare fuoco a lei e suo padre si realizzassero.
L’uomo – che in passato era già stato denunciato per analoghi episodi sia dalla prima che dalla seconda moglie – è stato arrestato e trasferito in carcere. Perquisita la sua abitazione, i militari hanno rinvenuto e sequestrato una dose di cocaina.