Dall’estetica meravigliosa e intrisa di cultura, Villa Fiorentino farà ancora una volta da cornice all’arte napoletana fino al 28 gennaio 2024. Realizzata grazie alla collaborazione tra la Fondazione Sorrento, il Comune e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II, la mostra di arte figurativa si colloca tra il periodo del primo Novecento, subito dopo la fine dei conflitti mondiali.
Un periodo fertile e vitale per gli artisti napoletani che ebbero modo di imporsi sulla scena nazionale senza mai retrocedere. La figura e il paesaggio sono i temi principali dell’esposizione e vengono modellati a seconda di ciò che l’artista voleva trasmettere. Trentatrè gli artisti di scuola napoletana che potremo ammirare; tra i più celebri ricordiamo: Luigi Crisconio, Giovanni Brancaccio.
Ada Pretella e un artista vivente Salvatore Vitagliano. Come non menzionare Domenico Fiorentino, l’artista- fukcro della mostra, originario di Sorrento che ha omaggiato con le sue opere al meglio la sua città. Lo ritroviamo in diversi stili da cui è chiaro il suo stato d’animo nei diversi periodi della sua vita. Ad esempio nei dipinti del suo periodo parigino, l’intento è quello di trasmettere uno stato di inquietidudine e angoscia ; viene rimarcato con paesaggi scuri e privi di colori vivaci.
Queste sensazioni sono il frutto del fatto che l’artista stesse affrontando la leucemia della figlia. Molto coinvolgenti anche i ritratti di cui ne menzioniamo uno in particolare raffigurante la moglie Gianna intenta a cucire ma che da lì a poco darà alla luce il suo primo figlio. Fiorentino subì anche l’influenza di molti artisti americani, le cui opere sono presenti nella prima sala a destra, tra cui James Hennessey e Andrea-Drew-Bacigalupa.
Dei legami profondi instaurati grazie alla collaboirazione tra il MICA di Baltimora e il Comune di Sorrento che istituirono dei veri e propri percorsi formativi estivi per giovani artisti. Grande sezione dedicata ai paesaggi di Sorrento dove c’è il contributo non solo di Domenico Fiorentino ma di tutti i trentatrè artisti napoletani. I dipinti ci fanno immergere nella realtà della Sorrento anni ‘50 con i suoi giardini, il suo mare e il suo verde; una città che non aveva ancora fatto i conti con le grandi trasformazioni urbane. Pennellate nevose e rapide ma allo stesso tempo sicure e curanti del dettaglio. I quadri scandiscono bene un breve ma indispensabile momento di contemplazione quotidiana che fa venir voglia di ripercorrere le stesse marine, gli stessi squarci di strada.
Un occhio attento può rilevare un tocco di impressionismo che si concilia al meglio col paesaggio napoletano; lo ritroviamo soprattutto nelle mura quasi rese umide di Sorrento, nella rappresentazioni delle figure che camminano in Piazzo Tasso e nelle onde della costiera amalfitana. Dettagli non da poco perchè saranno quelli che contraddistingueranno i pittori napoletani del fine Novecento. Una mostra davvero appagante per tutti gli amanti dell’arte e che soprattutto si propone di riavvicinare in maniera delicata l’essere umano alla cultura artistica.