Una cartellina con una serie di appunti all’interno per provare a smontare tutte le contestazioni mosse dalla procura della Repubblica di Nola nei suoi confronti. Un lungo documento in cui, passaggio per passaggio, motiva le ragioni delle sue scelte e «spiega» tutto quello che tra il 2020 e il 2021 ha fatto e che oggi la magistratura ritiene anomalo. Il primo faccia a faccia del sindaco di Palma Campania, arrestato e posto ai domiciliari dal 9 gennaio scorso, con il gip del tribunale di Nola non è durato molto. Accompagnato dagli avvocati Carmine Lauri e Carmine Panarella del foro bruniano, la fascia tricolore travolta da un’inchiesta su corruzione e appalti presso il municipio vesuviano ha presentato una sorta di memoriale in cui emerge la sua verità, con il tentativo di contestare le accuse che ritiene «ingiuste» e capaci di scatenare un terremoto politico-istituzionale nella cittadina amministrata dal primo cittadino 38enne alla sua seconda esperienza alla guida del Comune. «Ecco la mia verità», avrebbe confidato consegnando ai magistrati quel ricco documento in cui Donnarumma spiega punto per punto ciò che è stato fatto negli anni finiti al centro degli accertamenti da parte della procura nolana. Gli appalti, le telefonate e le ombre sollevate dagli investigatori sono finiti al centro di una relazione, consegnata al giudice per le indagini preliminari, nel tentativo di provare a far luce sullo scandalo che ancora oggi fa discutere e che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di politici, funzionari e imprenditori del Vesuviano. «Il sindaco Donnarumma ha chiarito ogni aspetto della sua vicenda giudiziaria, non tralasciando alcun punto. Siamo fiduciosi che, in questo modo, abbia potuto dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati» fanno sapere attraverso una nota diramata nel primo pomeriggio di ieri i professionisti che tutelano l’immagine del sindaco di Palma Campania, sospeso dal prefetto di Napoli poche ore dopo l’arresto di martedì scorso. L’interrogatorio di garanzia del sindaco non è l’unico che si è tenuto ieri. Per lo scandalo corruzione e appalti a Palma Campania sul registro degli indagati sono state iscritte 19 persone: per 8 di queste sono scattati provvedimenti cautelari. Oltre al primo cittadino agli arresti domiciliari è finito anche un dirigente comunale, l’ingegnere Salvatore Felice Raia, funzionario del municipio di Palma Campania, il quale con i suoi servigi avrebbe aiutato Donnarumma, ma anche se stesso. Divieti di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno invece agli imprenditori Antonio Nunziata, Angelo Miranda e Aniello Sorrentino. Divieti di dimora, infine, per l’architetto Monica Ventura, anche lei funzionario comunale a Palma Campania, Nicola Borrelli, procuratore speciale per conto di una nota catena di supermercati, e Luigia Barone, dipendente di una società coinvolta nelle indagini e ritenuta elemento di collegamento tra la ditta e i dipendenti comunali indagati.
CRONACA
13 gennaio 2024
Il memoriale del sindaco di Palma Campania ai giudici: «Accuse ingiuste contro di me»