Assistenza domiciliare integrata per gli anziani e numero di infermieri sono i due punti critici per la Campania nell’ambito degli obiettivi del Pnrr Missione salute: è il risultato del monitoraggio compiuto da Gimbe in ambito nazionale e sulle singole regioni. Nel quarto trimestre 2023 “le scadenze europee sono state rispettate ma il Centro-Sud è in preoccupante ritardo sulla scadenza nazionale relativa all’Assistenza Domiciliare. Inoltre, la grave carenza di infermieri è uno degli ostacoli all’orizzonte per l’attuazione del Pnrr”, si legge nel report. In Campania, “per raggiungere il target 2026 di offrire almeno al 10% della popolazione over 65 l’Assistenza domiciliare integrata (Adi) la Regione deve aumentare i pazienti assistiti del 294%”. Inoltre in Campania sono presenti solo 3,59 infermieri ogni mille abitanti, contro la media nazionale pari a 5,06. Nel mirino finisce l’organizzazione sanitaria firmata da De Luca. Il monitoraggio Gimbe cita poi la memoria dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (Udp) che, sulla base delle informazioni della piattaforma ReGiS di monitoraggio del Pnrr aggiornate al 26 novembre 2023, mostra come la Missione 6 Salute si caratterizza “per un insolito paradosso di cui è difficile comprendere le motivazioni – analizza Gimbe – Da un lato si registra un’elevata percentuale di risorse assegnate ai progetti (83,6%); dall’altro emerge che la Missione Salute è quella con la percentuale più bassa (1%) delle risorse spese, rispetto al 20% della Missione 1, al 19% della Missione 2, al 18% della Missione 3, al 7% della Missione 5, e al 5% della Missione 4”. Si fa infine il punto sulle principali variazioni che la proposta di rimodulazione approvata il 24 novembre 2023 dalla Commissione Europea prevede rispetto al piano originale. A cominciare dalla riduzione di Case della Comunità (-312), Centrali operative territoriali (-120) e Ospedali di Comunità (-74) e interventi di antisismica (-25) secondo criteri di distribuzione regionale “al momento non noti”, puntualizza la fondazione. “Se ad essere espunte saranno le strutture da realizzare ex novo – spiega Cartabellotta – ad essere penalizzate saranno prevalentemente le Regioni del Centro-Sud”. Secondo le dichiarazioni pubbliche, si ricorda, le strutture espunte dovrebbero essere realizzate con le risorse del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico (ex art. 20 L. 67/1988) non spese dalle Regioni. “Tuttavia – precisa il Presidente – se da un lato le Regioni hanno già espresso le loro perplessità in merito all’utilizzo di tali fondi, dall’altro il documento approvato dalla Commissione Europea li cita solo per compensare gli investimenti relativi all’antisismica”. E’ poi previsto l’aumento del numero di persone over 65 da prendere in carico in assistenza domiciliare (da almeno 800 mila a 842 mila) – di cui non è ancora disponibile la ripartizione per Regioni – e del numero di pazienti assistiti in telemedicina (da almeno 200 mila a 300 mila). E ancora: la riduzione dei posti letto di terapia intensiva (-808) e semi-intensiva (-995), il differimento temporale del target relativo all’attivazione delle Centrali operative territoriali dal 30 giugno 2024 al 31 dicembre 2024 (+6 mesi) e all’installazione delle grandi apparecchiature dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2026 (+18 mesi). Gli ultimi dati relativi al 2021 documentano un numero di infermieri in Italia pari a 6,2 per 1.000 abitanti, rispetto alla media Ocse di 9,9, con rilevanti differenze tra Regioni che penalizzano prevalentemente quelle del Centro-Sud sottoposte a Piano di Rientro. Lo rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe su Pnrr Missione Salute. Una carenza che stride con il fabbisogno stimato da Agenas per attuare il Decreto ministeriale 77: un range da 19.450 a 26.850 infermieri. In secondo luogo, il limbo in cui rimangono le modalità di coinvolgimento dei medici di famiglia nelle Case della Comunità. Infine, tutte le differenze regionali che, oltre alla già citata ADI, riguardano i modelli organizzativi dell’assistenza territoriale, la dotazione iniziale di Case della comunità e Ospedali di comunità e l’attuazione del fascicolo sanitario elettronico. Ma soprattutto, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, “l’esigibilità dei miglioramenti organizzativi e dei nuovi servizi da parte dei cittadini si allontana anche per la rimodulazione al ribasso e lo slittamento di 18 mesi della scadenza per rinnovare le grandi apparecchiature, peraltro motivato da criticità minori, quali lo smaltimento delle vecchie apparecchiature e l’adeguamento dei locali”. L’opposizione. Campania indietro anche su infermieri e assistenza domiciliare. “Nemmeno il tempo di finire di raccontare l’ennesima fanfaronata sulla sanità nella nostra regione che il presidente De Luca viene smentito dai dati della Fondazione Gimbe: la Campania è pesantemente indietro anche per l’assistenza domiciliare integrata agli anziani e per numero di infermieri. Ennesima conferma che il problema della sanità in questa Regione è prima di tutto quello della cattiva organizzazione e dell’incapacità di garantire servizi degni di un Paese civile”. Lo dichiara Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania. I sindacati. “A Napoli e provincia i professionisti della salute sono letteralmente abbandonati a se stessi da mezzanotte all’alba. Nessun agente” dei presidi di sicurezza “vigila sui nostri professionisti nel delicato orario notturno, dove in un pronto soccorso può accadere di tutto”. Lo denuncia il sindacato infermieri Nursing Up, comunicando i risultati di un’indagine condotta sui pronto soccorso “Abbiamo voluto provare a capire, attraverso i nostri referenti locali, cosa accade in questo momento nei pronto soccorso italiani, in particolare quelli di Napoli e provincia, durante gli orari notturni”, spiega il presidente Nursing Up, Antonio De Palma. In particolare l’obiettivo era verificare “in che modo il ministero degli Interni, di concerto con la prefettura, è intervenuto concretamente con l’annunciato ripristino dei presidi di pubblica sicurezza per gestire l’emergenza aggressioni”.
CRONACA
27 gennaio 2024
Il rapporto Gimbe stronca la Campania: pochi infermieri e scarsa assistenza domiciliare