È entrata nel vivo la corsa a Palazzo Criscuolo a Torre Annunziata. Le varie forze politiche cittadine sono da tempo all’opera per la costruzione delle liste, con coalizioni dalle larghe intese studiate ad hoc per una più agevolata «presa» del palazzo comunale. Carrozzoni già pronti che porteranno alla vittoria delle elezioni, o almeno è quello che sperano gli uomini che trainano questi carri umani di candidati, e che rischiano di determinare un nuovo governo instabile alla guida della città, reduce da uno scioglimento per infiltrazione mafiosa e da due anni di commissariamento straordinario. Oltre 20 le liste già annunciate da Pd e centrodestra, composte da aspiranti futuri consiglieri comunali che scenderanno in campo nella prossima primavera, appoggiando i candidati sindaci nella corsa alla guida comunale. Numeri che sono destinati a salire nelle prossime settimane con la netta sensazione che si supereranno le 25 liste presentate alla scorsa tornata elettorale, nel 2017. Una dinamica diffusa ovunque, quella di presentarsi ai nastri di partenza con fiumi di liste e candidati che nel loro piccolo, raggruppati, possono diventare un bacino di voti essenziale per decretare chi ricoprirà la carica di primo cittadino, ma che al tempo stesso si rivelano determinanti anche per l’ingovernabilità del consiglio comunale. Nella maggior parte dei casi, infatti, queste sono portate in dote al futuro sindaco dai soliti noti in cambio di potere decisionale nella squadra di governo e nelle scelte dell’assise comunale, in una competizione in cui chi assicura più voti può fare la voce più grossa. Equilibri instabili, che si tramutano in rimpasti di giunta e scioglimenti anticipati, in ricatti e sindaci sotto scacco, il tutto a discapito dei cittadini e della città, ostaggio delle velleità personali e degli interessi privati. Formazioni molto spesso vuote, con persone senza alcun interesse alla politica convinte a candidarsi solo per raggiungere il numero minimo necessario per presentare la lista o candidate per affiancare i cosiddetti «portatori di voti», candidati che a prescindere dallo schieramento di cui fanno parte riescono a racimolare lo stesso numero di preferenze ad ogni elezione. Nel 2017 furono ben 577 i candidati alla carica di consigliere comunale per il Comune di Torre Annunziata, divisi nelle venti liste che appoggiarono i candidati sindaci. Un numero importante, a fronte dei 35 mila votanti, che nasconde al suo interno un altro dato elevato che evidenzia la consolidata prassi dei riempitori di lista utilizzati solo ai fini numerici. Ben 79 in quel caso, ovvero il 13% di aspiranti consiglieri, alla voce preferenze hanno registrato il numero 0, ovvero non hanno ottenuto neanche il proprio voto, probabilmente perché “dovuto” ad altri, con il quadro che diviene ancora più allarmante se si considerano i candidati che non hanno ottenuto un numero superiore alle 10 preferenze: 246, il 42% totale. Torre Annunziata il prossimo giugno si giocherà una partita importante, forse decisiva per il proprio futuro e, nonostante gli annunci di rinnovamento e cambiamento da parte delle varie forze politiche, le premesse appaiono uguali ai vecchi e rodati meccanismi clientelari che hanno condotto le cose allo stato attuale.
CRONACA
15 febbraio 2024
Torre Annunziata, pronte 20 liste: l’esercito di candidati senza voto