“La cultura è un grande fattore di sviluppo socio economico e questo è ancora più vero nei nostri territori e nella città di Napoli dove baciati dalla storia ereditiamo un grande patrimonio artistico culturale che è il frutto di tutte quelle civiltà che si sono sovrapposte”: lo dichiara Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, intervenuto al convegno “L’economia della cultura come fattore di sviluppo”, che si è svolto nella sala conferenze di Palazzo Fuga Real Albergo dei Poveri a Napoli.
Secoli di storia e cultura abbracciano la città di Napoli: quest’ultima è un perfetto palcoscenico per chiunque decida di tuffarsi in un mare di tradizioni ed arte.
Dai vicoletti del centro storico diventato patrimonio dell’Unesco fino all’affascinate Napoli sotterranea. Una città che non annoia mai. “800 milioni di investimenti che sono attivi in Campania nel settore della cultura, affinché si possa generare lavoro, competenze intellettuali e prospettive per le nuove generazioni”, continua il ministro Sangiuliano. Secondo Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, “il valore della cultura in Italia è enorme, i tanti musei e pinacoteche che arricchiscono il territorio danno il senso di quanto sia inestimabile il nostro patrimonio culturale. Abbiamo oltre 275mila aziende che lavorano nella cultura e molto si può ancora fare per garantire al settore l’opportunità di consolidarsi e migliorare la qualità dell’offerta”.
“Sensibilizzare le aziende che possono contribuire alla spesa pubblica nei beni culturali”: questo l’obiettivo da raggiungere secondo Antonio Tuccillo, numero uno della Fnc Ricerca. Una strada da perseguire per lo sviluppo culturale è indicata da Umberto Croppi, direttore Federculture che sostiene, per il quale “la voce da rivalutare è quella dell’artigianato di eccellenza che è anch’esso cultura. Come l’artigianato orafo che si tramanda dal 1200, i ceramisti, i liutai, tante arti che vanno riportate in vita perché si stanno perdendo nel tempo. In Campania abbiamo una disoccupazione giovanile elevata al 40 per cento e quella femminile raggiunge il 60 per cento, rivalutando le nostre antiche arti possiamo dare loro un futuro dignitoso”.