Gela i tifosi del Napoli Aurelio De Laurentiis che di fatto “allontana” Osimhen dal futuro degli azzurri. “Difficile riuscire a trattenerlo – le parole del presidente – ha una clausola forte”. Il patron interviene anche sul tema complessivo del calcio. Questo calcio così non va più.Troppe partite, troppi debiti. E non solo. Aurelio De Laurentiis, ospite dell’FT Business of Football Summit 2024 a Londra, pretende un cambiamento perchè “il calcio si è invecchiato, i signori che stanno al comando per difendere il loro potere continuano a fare indisturbatamente il loro lavoro – sostiene il presidente delNapoli – Ho sempre interpretato il calcio come un’industria schiava di alcune istituzioni che dovendosi mettere il vestito del comando hanno limitato lo sviluppo del calcio che si è trovato a essere sempre più indebitato e meno amato dal pubblico dei giovanissimi e schiavo della pirateria. I bambini amano giocare a calcio ma non hanno la pazienza di vedere qualcosa di vecchio, statico, non spettacolare”. Per De Laurentiis “il calcio è malato perchè l’economia del calcio è malata. Si iscrivono ai campionati club che non hanno la capacità economica di poter competere. Le competizioni non portano a casa sufficienti proventi. Quando la Uefa mette 2,4 miliardi di euro nella Champions, oltre 500 milioni nell’Europa League e oltre 238 milioni nella Conference, va bene,ma se poi tutti quanti sono pieni di debiti vuol dire che questi soldi non bastano”. “Il calcio non è sostenibile e si gioca troppo, così si finisce anche per inflazionare l’interesse del pubblico. Oggi, se vuoi recuperare pubblico, devi andare free on air, gratis per tutti. E allora devi essere l’imprenditore che sa raccogliere una quantità di pubblicità gigantesca che ti possa portare sul tavolo 5, 10, 20,100 miliardi, ma dipende da quello che fai vedere al pubblico e come. Gli stadi in Italia appartengono in gran parte alle città,ai Comuni che hanno sempre un bilancio in rosso e te li affittano solo per la giornata in cui tu devi giocare, ed è un disastro perchè sono strutture fatiscenti e non confortevoli per il pubblico. Anche le riprese televisive vanno cambiate”. Contrario al salary cap (“Appiatirebbe tutto”) e ai procuratori (“tranne alcuni, sono un cancro del calcio”), critico verso i fischietti (“la classe arbitrale dovrebbe dipendere dai club, questi signori non devono essere una casta ma collaboratori”), il presidente delNapoli ritiene che anche nei campionati nazionali vada rivisto qualcosa perchè “sono tutti fallimentari. Quando prendi unaFormula 3 e la vuoi fare gareggiare con una Formula Uno, non funziona. Capisco Davide e Golia ma quella è mitologia, dobbiamo ragionare con parametri diversi: una città che ha 50 mila abitanti rischia di avere in tv 1500 spettatori e così si abbassa l’interesse totale del calcio italiano”.
Parole che profumano di Superlega ma sul tema De Laurentiis chiarisce: “Dieci anni fa proposi un campionato europeo, complementare o diverso dalla Champions. Io voglio giocare contro tutti, fare un campionato vero come quello nazionale per quelli che hanno raggiunto certi risultati e che ogni anno possono cambiare. Se la Superlega starà democraticamente sul mercato, assolverà il problema del merito e mi metterà 5 miliardi sul tavolo contro i 2,4 della Champions, la accoglieremo a braccia aperte. Chi vivrà vedrà, loro dicono che nel 2025 saranno pronti per partire”. Resta il problema del calendario sempre più intasato perchè “con tutte le partite del Mondiale per club voluto dalla Fifa, con l’aumento delle partite della Champions e la mancata riduzione dei club nelle leghe nazionali, ci sarà tempo per fare i ritiri precampionato? Se lo potranno permettere solo quei club con 40 giocatori dello stesso livello e magari due allenatori, uno per campionati e coppe nazionali e uno per la Superlega”. E a proposito del Mondiale per Club del 2025, il suo Napoli si gioca di fatto l’ultimo posto riservato all’Italia con la Juve.