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Autonomia, Cgil e Democrat contro il Governo: «Sud a rischio tracollo»
CRONACA
5 marzo 2024
Autonomia, Cgil e Democrat contro il Governo: «Sud a rischio tracollo»
metropolisweb

La battaglia sull’autonomia differenziata continua senza esclusione di colpi. Ieri a Napoli l’audizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali si è riunita nella sede della Prefettura. Occasione per confrontarsi e soprattutto mettere sul tappeto tutti i nodi di una riforma che non convince i sindacati e le opposizioni: “Per quanto riguarda la Cgil, i livelli essenziali delle prestazioni dovrebbero essere erogati in maniera uniforme nel Paese ma, purtroppo, questo non corrisponde alla realtà perché, per come sono definiti, i Lep non sono essenziali rispetto alla esigibilità dei diritti costituzionali, ma rispetto al loro finanziamento”. Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, ieri mattina. “La copertura finanziaria dei Lep deve essere garantita dalla fiscalità regionale o almeno dalla maggioranza di essa e dalle necessarie risorse dello Stato. Dei 128 miliardi di euro stanziati dallo Stato per l’anno 2023 – di cui 124 destinati al finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (i LEA) – alla Campania spettano circa 11,46 miliardi di euro. Tuttavia ne riceverà soltanto 11,23 miliardi di euro poiché 230 milioni di euro sono stati decurtati “alla fonte” a causa della “migrazione sanitaria”. La ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale 2023 è avvenuta con i nuovi criteri, stabiliti dal Ministero della Salute con il decreto del 30 dicembre 2022. Si è tenuto conto della popolazione residente, del tasso di mortalità della popolazione con età inferiore ai 75 anni, dei consumi sanitari per età, nonché di alcuni indicatori rappresentativi di particolari situazioni territoriali impattanti sui consumi sanitari. Alcuni di questi criteri, risultano penalizzanti per la nostra regione e dunque la Campania resta tra le Regioni con la quota capitaria – ovvero la somma destinata ad ogni cittadino residente – inferiore rispetto alla media nazionale: 2.050 euro contro i 2.104 della media nazionale. Tutto ciò si traduce in minori risorse per circa 530 milioni di euro di cui circa 300 milioni per minore quota capitale attribuita alla Campania – 54 euro pro-capite in meno rispetto alla media nazionale – più 230 milioni di euro riferiti al fenomeno migratorio. Alla luce di questi numeri, come potremmo ratificare e sostenere l’autonomia differenziata, il cui uno esito sarà quello di consolidare ed estremizzare le differenze territoriali già in atto?” l’accusa di Ricci della Cgil. “Ringraziamo i componenti della commissione parlamentare per le questioni regionali per la convocazione che – ha detto Ricci – può rappresentare un appuntamento importante per la Regione e per i cittadini, purché risponda a due esigenze fondamentali: individuare, per ciascuna materia (salute, istruzione, assistenza sociale, trasporti), uno standard adeguato di prestazioni e servizi che deve essere garantito su tutto il territorio nazionale; garantire, dove necessario, a Comuni, Province, Città metropolitana e Regione le risorse necessarie per erogare i servizi oggetto dei LEP. Per questo – ha proseguito Ricci – abbiamo avanzato alla commissione alcune proposte tra cui, un fabbisogno di 40 posti di asilo nido ogni 100 bambini tra i 3 e i 36 mesi; che ogni comune campano dovrebbe assumere un assistente sociale ogni 3mila abitanti entro il 2026; che siano assegnati, per incrementare il trasporto scolastico risorse certe e aggiuntive a quelle postate dalle leggi di Bilancio e un piano straordinario per superare l’ulteriore diseguaglianza sociale legata agli studenti in condizione di fragilità e di tutta l’infanzia povera, disagiata e abbandonata. Anche qui – ha concluso Ricci – la Campania è nelle ultime posizioni negli indicatori di riferimento”. Anche il Pd si schiera nella battaglia contro l’autonomia: “Con la Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali, in missione a Napoli, abbiamo svolto un importante ciclo di audizioni presso la Prefettura per approfondire il tema dei Livelli essenziali delle prestazioni, rispetto alla riforma di Autonomia differenziata che il governo sta provando a portare avanti. Le diseguaglianze che oggi esistono in Italia nei servizi fondamentali alle persone aumenteranno profondamente con la proposta di Autonomia presentata dalla destra e approvata al Senato. Prima di avanzare su una riforma pericolosa che, per quanto ci riguarda come Partito Democratico, presenta numerose criticità, bisogna anzitutto riequilibrare l’attuale sistema di riparto e distribuzione delle risorse pubbliche, fondato sulla spesa storica, che penalizza gravemente i cittadini del Mezzogiorno” le parole del deputato del Pd Piero De Luca, figlio del Governatore Vincenzo. Una battaglia che non accenna a placarsi e che sarà al centro del dibattito politico.

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