Ercolano.Un protocollo d’intesa per tamponare le croniche carenze di personale all’interno di vari settori-chiave del Comune e – al tempo stesso – offrire a chi si è macchiato di «piccoli reati» la possibilità di pagare il proprio conto con la giustizia senza affollare le celle del carcere. è il senso del «patto» per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità a Ercolano stretto tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Buonajuto, il ministero della giustizia e il Tribunale di Napoli: « Un accordo che rappresenta – sottolinea il primo cittadino di Italia Viva e vicepresidente nazionale dell’Anci – un passo significativo verso la collaborazione tra le istituzioni che ci permetterà di realizzare progetti concreti e allo stesso tempo offrire una seconda chance a coloro che hanno commesso errori nel loro passato»
La messa alla prova
Come illustrato a margine della sottoscrizione del protocollo d’intesa, si tratta di una nuova applicazione del percorso di ‘messa alla prova’ che permetterà a cinque persone contemporaneamente di poter estinguere la pena effettuando lavori di pubblica utilità sul territorio di Ercolano: «La messa alla prova offre agli imputati e agli indagati per i reati meno gravi la possibilità di evitare il processo e di mantenere la fedina penale pulita – rimarca lo storico figlioccio dell’ex premier Matteo Renzi -. In cambio devono accettare una serie di impegni, legati al risarcimento del danno e al lavoro di pubblica utilità, ovviamente non retribuito. La messa alla prova da un lato è un’occasione di recupero per chi ha sbagliato una sola volta, dall’altro contribuisce a ridurre il contenzioso penale».
Le attività sul territorio
In un momento storico particolarmente critico sotto l’aspetto del personale in forza all’ente di corso Resina, l’arrivo di cinque nuovi «lavoratori» potrà consentire all’amministrazione comunale di organizzare e pianificare una serie di interventi fino a oggi rimandati per mancanza di manodopera. In particolare, le attività da svolgersi all’interno del Comune potranno essere attuabili in questi ambiti: valorizzazione del patrimonio culturale; salvaguardia dell’ambiente e alla tutela del territorio; raccolta differenziata, gestione di discariche e di impianti per il trattamento di rifiuti solidi urbani; manutenzione del verde pubblico; tutela, promozione e valorizzazione delle aree protette e dei parchi naturali; interventi contro il randagismo; attività di comunicazione e sensibilizzazione. In ogni caso il numero massimo di persone ammesse al lavoro di pubblica utilità che il Comune è disponibile a ricevere presso di sé non può superare il numero delle presenze contemporanee di 5 persone.
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