“Sono preoccupato, in realtà sono preoccupati i sindaci anche se in maniera diversa, per la questione delle funzioni, ci sono 500 attività che vanno alle Regioni, sono attività di gestione, attività amministrative che non sono di competenza delle Regioni, perché le Regioni si dovrebbero occupare di programmazione, di pianificazione e di attività legislativa. E’ chiaro che la posizione dei sindaci nell’arco del Paese è diversa dal punto di vista territoriale, anche all’interno delle stesse forze politiche”. Così il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, a margine del convegno “Le politiche industriali per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno”, promosso a Napoli dalla Cgil. “Da sindaco del Sud – ha precisato – sono contrario all’autonomia, ma ero già contrario alla riforma del Titolo V che è stato un errore che ha fatto la mia parte politica. Se non avessimo fatto la riforma del Titolo V nel 2001 non stavamo parlando di decreto Calderoli e di autonomia differenziata che già nelle parole, autonomia e differenziata, fa pensare a un Paese spaccato, a una sorta di gerarchizzazione territoriale dove il Sud sembra abbandonato al suo destino, invece anche noi sindaci abbiamo voluto reagire” le parole del sindaco di Bari. “Lo stiamo dimostrando – ha aggiunto Decaro – con i fondi del Pnrr, abbiamo ottenuto il 45 per cento delle risorse del Pnrr nei Comuni del Sud. Noi le stiamo investendo, tutti i Comuni italiani hanno fatto già a dicembre dell’anno scorso 230mila gare con un importo di 32,5 miliardi a fronte di 35 che sono assegnati direttamente ai Comuni, poi ci sono quelli per le Città Metropolitane e per l’Unione dei Comuni. Il nostro dovere lo stiamo facendo e quei fondi che prima di chiamarli PNRR erano fondi del Next Generation EU servono a ridurre i divari che sono divari territoriali, divari di genere, divari generazionali che ci sono soprattutto nel Sud del nostro Paese. Noi chiediamo al governo di essere messi in condizione di lavorare, come stiamo facendo con i fondi del Pnrr, per assicurare alle nuove generazioni una comunità più coesa, unita e condizioni di vita, dal punto di vista economico e sociale, migliori di quelle in cui viviamo oggi. Con l’autonomia differenziata rischiamo di andare in controtendenza rispetto al Pnrr. Il Pnrr dovrebbe aiutarci a superare questi divari territoriali, l’autonomia differenziata rischia di toglierci le risorse per poi gestire quelle attività, quelle funzioni e quei servizi che dovremmo svolgere all’interno delle opere pubbliche realizzate col Pnrr” spiega Decaro. “L’Anci ha posizioni diverse sull’autonomia differenziata. Siamo riusciti a fare un documento unitario, dove abbiamo evidenziato alcune criticità: le funzioni amministrative gestionali nelle mani delle Regioni, che si sovrappongono alle funzioni dei Comuni, e c’è una criticità rispetto al finanziamento dei livelli delle prestazioni per attività che si trasferiscono dallo Stato alle Regioni, non ci sono però i cosiddetti Lep per le attività dei Comuni, perché sulle stesse materie, penso alla scuola, ci sono dei livelli di prestazione che vengono assicurate dai Comuni, come le mense scolastiche, il trasporto scolastico. Non viene detto niente su questo. Questa è la posizione unitaria dell’Anci, quindi l’Anci non partecipa a manifestazioni conto l’autonomia differenziata” le parole di Decaro. “Io, nella mia autonomia di sindaco del Sud – ha aggiunto Decaro – partecipo alle manifestazioni contro l’autonomia differenziata, anzi sto girando nelle regioni del Sud, per spiegare cosa può accadere con l’attuazione dell’autonomia differenziata. Lo devo alla storia, ai valori e agli ideali della mia parte politica, lo devo ai valori e agli ideali della Repubblica, l’articolo 3 della nostra Costituzione ci fa capire che i servizi e i diritti devono essere uguali su tutto il territorio nazionale indipendentemente dal luogo dove uno nasce o dove decide di andare a vivere”.
CRONACA
16 marzo 2024
Autonomia, l’allarme dell’Anci: “Grave il taglio delle risorse”