“La coerenza è fondamentale. La gente, gli usurati, gli estorti non sono masochisti. Spesso non denunciano perchè non si fidano dello Stato, non si fidano di noi. Allora è uno sforzo che noi dobbiamo fare, a spiegare la non convenienza a non delinquere, la non convenienza a non denunciare. C’è bisogno di uno Stato più efficiente. Noi uomini delle istituzioni dobbiamo essere più seri e ancora più impegnati”. Lo ha detto il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, intervistato su Rai Radio 1 in occasione della Giornata per la memoria delle vittime innocenti della mafia. “Io – ha aggiunto Gratteri – curo molto, negli uffici dove vado, l’aspetto della credibilità. Non basta essere onesti, bisogna anche apparire tali. Io dico ai miei colleghi: quando la sera andate in un locale a mangiare la pizza, state attenti. Voi non sapete chi sono gli altri, gli altri sanno chi siete voi. Quando vi volete divertire, prendete la macchina, il treno, l’aereo e andate a 100 chilometri dal luogo di lavoro. E’ importante essere credibili. Se la gente non bussa alle nostre porte, spesso è perchè non siamo credibili e spesso è perchè non siamo riusciti a spiegare la nostra serietà, la nostra dedizione, la nostra efficienza. Quindi c’è anche un difetto di comunicazione e di comportamenti”. Il procuratore di Napoli ne ha anche approfittato per parlare del momento che vive la camorra napoletana. La camorra è “molto, molto forte nel mondo dell’imprenditoria e del terziario ed è molto, ma molto evoluta, e non mi aspettavo così tanto, nel dark web. Riesce a commettere reati attraverso transazioni di milioni di euro, i bitcoin, i monero e fare traffici di droga”. E alla domanda se lo Stato abbia gli strumenti per combattere questa camorra così avanzata tecnologicamente, ha risposto: “Potrei dire ni, pochi, si è iniziato adesso. Io lo urlo da due anni. Quando con il professor Antonio Nicaso ho scritto il libro ‘Il Grifone’ pensavamo di esagerare, di immaginare cosa sarebbero state le mafie tra 5-6 anni, invece è già attualità. C’è la Polizia postale che ha al suo interno una struttura specializzata nel dark web, la Finanza si è attrezzata, i Carabinieri stanno iniziando. Stiamo parlando di specialisti di nicchia perchè ci vuole proprio un’attitudine. Non è mettere un tizio in un posto o nell’altro. Deve essere un hacker buono per poter essere arruolato in queste strutture specializzate. E poi – ha aggiunto Gratteri – ci sono le attrezzature che costano tantissimo, anche 5 milioni di euro. Bisogna capire se ci sono soldi del Pnrr per dirottarli su questo tipo di tecnologia che è molto sofisticata, in parte prodotta all’estero. Gli israeliani sono molto avanti su questo tipo di tecnologie”. Poi, secondo il procuratore di Napoli, “a un certo punto diventa una decisione politica. Comunque le forze dell’ordine si stanno attrezzando e anche a Napoli, all’interno del gruppo ‘Reati economici’ ho creato un gruppo di quattro magistrati specializzati nel dark web”. Gratteri ha parlato anche di modelli educativi per i giovani. “Se il rapper mentre canta si fa vedere in un video con una pistola in mano, con un fucile, allora questa non è arte. L’artista si deve preoccupare di quale impatto avrà la sua opera sui giovani. Se in una serie televisiva consenti che la tua opera venga tradotta in un film di un’ora e non ci sono cinque minuti dove non c’è un insegnante, un poliziotto, un carabiniere, un finanziere, un prete, un magistrato allora quella non è arte” ha detto Gratteri. “Hanno detto – ha aggiunto – che io voglio censurare l’arte. Assolutamente no. Ci mancherebbe. Ma se vedo di mattina davanti alla scuola media il ragazzino che cammina, si muove, si taglia i capelli come il killer della serie televisiva allora vuol dire è stato combinato un disastro, un guaio. Non ci sono giustificazioni, non ci sono alibi. Anche se è gente che si strappa i capelli, che va in televisione a parlare contro la mafia e il malcostume”.
CRONACA
22 marzo 2024
L’accusa di Gratteri: «Sfiducia nello Stato, si denuncia poco»