Via Prota è una lingua di asfalto che dal Corso corre giù verso il mare, negli anni Settanta, quando Corrado Cuccurullo era solo un bambino, era il simbolo di una Torre Annunziata in piena espansione che ancora pulsava economia e ambizioni sociali. Laggiù è cresciuto il professore di economia che oggi si propone come candidato sindaco del centrosinistra, laggiù ha respirato il profumo del mare affacciato al balcone di casa, una fortuna che allena la mente a fissare l’orizzonte, che insegna a guardare lontano.Il mare, i sogni, le ambizioni, la concretezza di quei giorni, ancora oggi contagiano il pensiero di un uomo che non ha paura di mettersi in gioco, che sa essere al tempo stesso un romantico sognatore, come si addice ad ogni buon Acquario, ma anche pragmatico, da navigato professore di economia aziendale. Corrado Cuccurullo fissa l’orizzonte con fiducia e indica la strada del riscatto.«Dobbiamo avere il coraggio di immaginarci una grande visione per Torre Annunziata, dobbiamo interrogarci su cosa vogliamo essere nei prossimi anni, sul ruolo che la nostra città dovrà avere nell’ambito del comprensorio metropolitano. Tutto parte da qui, dalla consapevolezza di poter essere protagonisti di un cambiamento epocale». Corrado Cuccurullo ha compiuto cinquant’anni a gennaio scorso, è cresciuto con gli ideali socialisti del papà medico e con i principi cattolici della madre insegnante. Ha studiato alla Bocconi, ha lavorato a Barcellona, a Boston, a Buenos Aires, «ma non ho mai cancellato la mia residenza da Torre Annunziata», dice con orgoglio. E’ un figlio di questa terra, che ha maturato importanti esperienze lontano da casa e che adesso ha scelto «per offrire la mia esperienza ad una comunità che ha voglia di riscatto».Il suo programma si condensa in tre punti che racchiudono un mondo: «Rigenerazione urbana, partecipazione sociale e rigenerazione politica». E in una terra sconquassata dall’onta dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, è inevitabile partire dall’ultimo. «Intanto riporteremo la sede istituzionale del governo cittadino a Palazzo Criscuolo come primo segnale tangibile di inclusione e rigenerazione urbana, poi faremo l’impossibile per riempirlo di sostanza, progetti e concretezza. Rigenerazione politica significa alzare il livello del confronto e delle idee, significa allungare lo sguardo sul futuro. Significa ridare a Torre Annunziata un ruolo importante e dignitoso in ambito comprensoriale. Forse non saremo mai più la Manchester del sud, ma non siamo nemmeno Fortapasc, siamo per esempio la porta di accesso all’immenso patrimonio archeologico di Pompei e allo sterminato tesoro naturalistico del Parco Vesuvio, e per questo avremmo anche bisogno di potenziare i nostri presidi ospedalieri».Lo scioglimento del consiglio comunale ha aggravato i problemi di una città che a Corrado Cuccurullo «sembra stanca, appesantita, segnata da alcuni lustri di scelte sbagliate nei quali non si è riusciti a fare emergere e valorizzare le potenzialità che pure ci sono», alla quale «serve una spinta emotiva», nella piena consapevolezza «di poter rialzare la testa nonostante il momento emergenziale». E di gestione emergenziale, lui se ne intende. Ha guidato Soresa, che muove l’80% della spesa della sanità campana, e l’ha fatto nel momento drammatico segnato dalla pandemia. «Mesi tremendi che mi hanno insegnato a non perdere la bussola quando si deve lavorare sotto pressione. Era un disastro generale dovuto ad un’emergenza planetaria alla quale nessuno era abituato». Soresa, alla fine, è diventata un modello internazionale premiato dal ministero e dal mercato, «sia per la sanità digitale, con l’applicazione Sinfonia, sia per le strategie operative, con l’acquisto dei moduli per potenziare le strutture ospedaliere», anche se ha dovuto superare la bufera di un’inchiesta giudiziarie che è costata un avviso di garanzia anche a Corrado Cuccurullo in qualità di amministratore delegato.«L’archiviazione della mia posizione è stata la dimostrazione della bontà delle procedure adottate. Non abbiamo mai agito in deroga, eppure l’avremmo potuto fare, abbiamo sempre rispettato le procedure di appalto, non a caso sono state copiate dallo Spallanzani di Roma e dall’Humanitas di Milano. Siamo stati un esempio in una fase emergenziale da paura». Come da paura è la condizione della città che si candida a governare. «Torre non è morta, Torre ha dentro di se la forza di rimettersi in piedi, però bisogna fare rete, sinergia, bisogna rimettere a sistema tutte le iniziative sane e lungimiranti che oggi vivono slegate l’una dall’altra. Bisogna contagiarsi di positività e iniziative di rigenerazione. Bisogna operare un paziente e capillare rammendo urbano, recuperare gli spazi dimenticati per poi dare corpo ad un’idea di città nella quale realizzare più progetti possibili, senza perdersi dietro inutili rendering ma puntando sulla sostenibilità delle opere».E per farlo, dice Corrado Cuccurullo, non bisogna aver paura di proporre un modello virtuoso di cooperazione pubblico-privato. «Su questo terreno ho realizzato decine di ricerche a partire dal 2004, sono fautore dei piani di partenariato, e sono convinto che possano funzionare anche a Torre, a condizione che si renda appetibile il territorio agli investimenti privati». Qualcosa che, sottolinea Cuccurullo, «può avvenire solo dando una visione di sviluppo complessivo». Il che significherebbe, automaticamente, benessere e lavoro. E a proposito di occupazione, Cuccurullo è più che pragmatico. «Nell’era della globalizzazione e dell’intelligenza artificiale, i Comuni non hanno la forza di risolvere il dramma della disoccupazione, possono però investire tutte le risorse possibili nella formazione dei giovani secondo le esigenze del mercato globalizzato».
CRONACA
8 aprile 2024
Rigenerazione urbana e politica: la Torre Annunziata che immagina Cuccurullo
Il candidato sindaco del centrosinistra