Guerra di cifre tra Mimit e associazioni dei consumatori sul prezzo dei carburanti. Mentre il Ministero ha comunicato che il prezzo medio della benzina oggi è a 1,910 euro al litro, il Codacons sostiene che il prezzo della benzina in modalità servito ha superato i 2,5 euro al litro in diversi impianti sia della rete autostradale, sia di quella urbana, e sono sempre più numerosi i distributori di carburanti che vendono la verde sopra i 2,4 euro al litro. Il Codacons, spiega una nota, ha elaborato i dati pubblicati sul sito del Mimit forniti dagli impianti di distribuzione, stilando la mappa nazionale del caro-benzina. Per quanto riguarda le autostrade, alla data di venerdì 12 aprile il prezzo più alto della benzina è stato praticato sulla A21 Piacenza-Brescia, dove nei pressi di Cremona un litro di verde in modalità servito era pari a 2,549 euro e 2,499 euro il gasolio. Sempre sulla A21, ma in provincia di Alessandria, le benzina ha raggiunto nella stessa data 2,499 euro al litro, 2,399 euro il diesel. Listini della verde sopra i 2,4 euro al litro anche sulla A55 (2,439 euro), A22 Brennero-Modena (2,429 euro), A1 Milano-Napoli (2,412 euro), A12 Sestri L.-Livorno (2,409 euro), A20 Messina-Palermo (2,409 euro). Sulla rete urbana, invece, i prezzi più alti sono praticati nella provincia di Benevento, dove due distributori hanno superato il 12 aprile quota 2,5 euro al litro, con listini rispettivamente di 2,572 e 2,550 euro/litro, e in provincia di Modena, 2,509 euro al litro. Un litro di verde raggiunge poi al servito 2,497 euro a Taranto, 2,470 euro a Pordenone. Il Codacons rileva poi come molti impianti non comunichino in modo tempestivo al Mimit i listini praticati al pubblico, con i prezzi che sull’apposito sito messo a disposizione dal Ministero appaiono ancora fermi a diversi giorni fa. “Al di là dei casi estremi dove i carburanti vengono venduti a prezzi da capogiro, è evidente l’escalation dei listini alla pompa che inciderà pesantemente sui ponti di primavera degli italiani, aggravando la spesa per gli spostamenti – afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Il governo deve intervenire sulle accise e deve farlo ora, per evitare che l’ondata di rialzi ai distributori provochi effetti a catena sui prezzi al dettaglio, impoverendo ulteriormente le famiglie” spiega Rienzi. ‘Al di là dei numeri, il governo farebbe bene e a non cercare scuse e a tagliare da subito le accise dei carburanti, considerata l’escalation registrata nelle ultime settimane per i prezzi di benzina e gasolio”. Così il presidente del Codacons Carlo Rienzi in replica alla nota del ministero per il Made in Italy e le imprese sui listini dei carburanti di ieri. Per l’associazione “fa bene il ministero a ricordare come esistano sul territorio distributori che praticano prezzi inferiori alla media nazionale, ma per correttezza dovrebbe anche specificare che, oltre ai casi della benzina venduta ad oltre 2,5 euro al litro, vi sono centinaia di impianti che vendono oggi la verde in modalità servito a prezzi compresi tra 2,2 e 2,3 euro al litro, di molto al di sopra rispetto i numeri illustrati” afferma il presidente Codacons. “A fornire tali dati non sono certo i consumatori ma è lo stesso ministero, che pubblica sul proprio sito i listini aggiornati comunicati dagli esercenti”, aggiunge. “Gli automobilisti – sottolinea Rienzi – devono fare la loro parte, boicottando i distributori che praticano prezzi superiori alla media nazionale, e favorendo chi applica listini più convenienti”. In tal senso “invitiamo gli utenti a segnalare al Codacons gli impianti con i prezzi più bassi, inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it, segnalazioni che saranno pubblicate sul sito del Codacons per aiutare i cittadini a orientarsi nei rifornimenti di carburante’’ conclude Rienzi. In Italia per ogni litro di benzina acquistato oggi dagli automobilisti, 1,071 euro se ne vanno in tasse, una cifra pari al 56,4% del prezzo pagato alla pompa. Lo ricorda il Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) che ha analizzato la tassazione che grava sui carburanti in Italia e nel resto d’Europa. “Analizzando il peso della tassazione, si scopre che in Italia Iva e accise pesano per il 56,4% sulla benzina e per il 52,4% sul gasolio, con una incidenza più elevata rispetto al resto d’Europa, dove il peso della pressione fiscale si ferma al 52,47% sulla verde e al 47,22% sul diesel. Questo significa che su ogni litro di benzina le tasse incidono per 0,945 euro nella media Ue, e per 1,071 euro in Italia; sul gasolio per 0,801 euro al litro in Ue, 0,941 euro al litro in Italia. Nel nostro Paese, quindi, su ogni litro di carburante si pagano di tasse tra i 12 e i 14 centesimi di euro in più rispetto al resto d’Europa. – spiega il Centro di formazione e ricerca sui consumi – Ai prezzi attuali lo Stato guadagna quasi 3,2 miliardi di euro al mese a titolo di tassazione sui carburanti: 990,6 milioni sulla benzina e quasi 2,2 miliardi di euro sul gasolio”. “Al crescere dei listini alla pompa le entrate statali aumentano, ma il governo farebbe bene a considerare anche gli effetti negativi indiretti: la maggiore spesa per i rifornimenti e le conseguenze del caro-benzina sui prezzi al dettaglio contraggono i consumi delle famiglie e fanno scendere la domanda, con danni ingenti per l’economia nazionale”, afferma il presidente del comitato scientifico Crc, Furio Truzzi.
CRONACA
14 aprile 2024
Benzina, prezzi record Il listino al servito sfiora i 2,5 euro: l’ira dei consumatori