Lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche è un’onta che pesa sul presente e sul futuro di Torre Annunziata. Del resto, quello decretato nella primavera del 2022 è il secondo nella storia di Palazzo Criscuolo, arrivato quasi trent’anni dopo il primo. Ciò che emerso dalle indagini della Dda e dal dossier della commissione d’accesso è un quadro drammatico, con accuse pesantissime e la tesi inquietante di un Palazzo fortemente esposto ai condizionamenti della criminalità organizzata e del malaffare. Il confronto tra i candidati a sindaco che sono in campo per le amministrative del prossimo giugno non può che iniziare da qui, o meglio dalla formula da adottare per garantire alla comunità un’amministrazione impermeabile ai condizionamemti della camorra.
Corrado Cuccurullo (Centrosinistra) – L’integrità, la responsabilità istituzionale e la correttezza politica sono valori fondamentali ed essenziali per la costruzione di un’amministrazione rispettosa del bene comune. È imperativo stabilire una cultura di integrità e legalità attraverso misure concrete che garantiscano trasparenza e orientino i comportamenti. E’ fondamentale che le attività dell’amministrazione, inclusi i bilanci, le decisioni di spesa, i contratti pubblici e le gare d’appalto, siano completamente accessibili ai cittadini. Ciò permette un esercizio attivo del controllo sociale, che è deterrente contro possibili abusi e corruzioni. Inoltre, è necessario adottare un Protocollo di Legalità nei Lavori Pubblici che affronti specificamente la lotta alla camorra e alla corruzione, la sicurezza e la qualità del lavoro, nonché il rispetto dei livelli salariali. Parallelamente, è essenziale l’adozione di Codici di Comportamento chiari e stringenti per i dipendenti pubblici, con regole ben definite contro la corruzione e il conflitto di interessi, e la firma di una dichiarazione di correttezza e responsabilità politica dei candidati anche per evitare fenomeni di trasformismo in entrata e in uscita. Infine, la collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura è cruciale per segnalare ogni sospetto di corruzione o infiltrazione. Queste azioni non sono solo misure preventive ma saranno un reale impegno verso la riaffermazione dei principi legalità nell’amministrazione cittadina, essenziali per il recupero della fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Carmine Alfano (Alleanza Straordinaria) – La situazione emergenziale che vive Torre Annunziata richiede sforzi straordinari. Il primo: sebbene la lotta alla camorra non sia un compito direttamente ascrivibile ad un’amministrazione comunale, il futuro governo cittadino deve essere in trincea senza se e senza ma. Servono scelte chiare e coraggiose, vanno spazzati via quei comportamenti equivoci che hanno caratterizzato gli ultimi decenni di amministrazione a Torre Annunziata. Tutti siamo capaci di scrivere propositi più o meno convincenti, la differenza la fanno le scelte. Noi dell’Alleanza Straordinaria ne abbiamo già fatte alcune che vanno nella direzione della trasparenza e dell’integrità. Posso dire di essere stato il candidato a sindaco che ha posto un veto su candidati e liste direttamente riconducibili all’esperienza amministrativa che si è conclusa con lo scioglimento e l’onta di un’inchiesta della Dda. Ecco, ritengo che il primo passo per la costruzione di un Palazzo impermeabile al crimine e al malaffare sia quello di selezionare i candidati al consiglio comunale tenendo ben presente la virtù dell’integrità morale. Non farò sconti a nessuno su questo. Non li farò prima del voto e non li farò dopo. La legalità non è un concetto astratto, la si garantisce solo tenendosi fuori dai compromessi.
Lucio D’Avino (Oplonti Futura) – L’impermeabilità ai condizionamenti si crea con liste formate da persone normali, persone che non hanno legami con il passato, che conducono una vita ordinaria. Bisogna partire dalle persone perbene che non sono poi vittime delle imposizioni esterne, né dall’alto né dal basso. Bisogna uscire da questa condizione straordinaria, nell’accezione giuridica del termine, e iniziare a lavorare come si deve, seguendo le regole e facendo tutto come stabilito dalla legge. Questo lo può fare solo chi non deve dire grazie a nessuno, se non alle persone che hanno scelto di votarli senza chiedere nulla in cambio raccogliendo un’eredità molto importante e difficile. Il Comune è stato commissariato ma non vuol dire che tutti quelli che vi lavorano sono delinquenti, noi dobbiamo partire dal fatto che i dipendenti devono essere supportati, ci sono professionisti e persone che lavorano facendolo al meglio delle proprie possibilità. Non si può fare di tutta l’erba un fascio. La strada è tracciata, ovvero la strada della ripartenza e deve partire dal nulla totale, dallo svincolo di qualsiasi legame che c’è col passato. Tutti possono sbagliare, non esiste una formula o una bacchetta magica, ma eleggere chi viene da un contesto avulso a determinate dinamiche e a determinate pressioni vuol dire eleggere persone che quando si siederanno in quei posti svolgeranno i propri compiti affidandosi al rispetto delle regole, perché a Torre Annunziata troppo spesso ci si è affidati alla consuetudine con conseguenze evidenti.
Mariantonietta Zeppetella (M5S) – Per creare un’amministrazione impermeabile ai condizionamenti si deve procedere ex ante e in itinere, volendo usare dei termini latini. Ex ante, con un patto di legalità come quello del Movimento 5 Stelle. Nelle liste non devono esser presenti persone che non solo non abbiamo carichi pendenti o reati, ma che non siano collaterali e affini, legati a quei nomi citati nel decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa. Questo è fondamentale, un elemento discrimine che ha poi impedito al nostro movimento di stringere un’alleanza con le altre forze in campo assieme al punto che prevedeva di non mettere in campo la possibilità che per ogni due consiglieri c’è un assessore, prassi che non consente di fare una politica seria. Noi, oltre a quello che è previsto per legge, presenteremo i nomi di tutti i candidati alla commissione antimafia. Altri parlano di autocertificazioni, ma non credo che questo abbia lo stesso valore. In itinere mediante un’attenta sorveglianza dell’operato politico e amministrativo, perché abbiamo visto la commistione tra i due livelli che ha portato poi allo scioglimento, mediante la trasparenza che deve essere totale e la democrazia diretta e partecipativa, informando i cittadini e dando loro la possibilità di esprimersi attraverso assemblee e tavoli con associazioni. Gli amministratori comunali restano rappresentanti del popolo, esprimono la loro volontà e sono tenuti ad attuarla sempre e comunque. Per fare questo, ovviamente, il popolo deve avere la possibilità di controllare questo operato.