Torre Annunziata. Il confronto tra i 4 candidati a sindaco di Torre Annunziata procede sulle colonne di Metropolis sul tema della riqualificazione dei quartieri. In particolare sui rioni Carceri e Provolera devastati dal degrado. Rioni che da orgoglio del passato sono diventati cancro del presente. Dal terremoto in poi regno di un galoppante disagio sociale nel quale ha attecchito il welfare della camorra. Come si possono recuperare queste aree devastate economicamente, urbanisticamente e socialmente?
Corrado Cuccurullo(Centrosinistra)
Nel quartiere Provolera è necessario adottare l’approccio del “rammendo urbano” di Renzo Piano, sfruttando le energie umane e sociali già presenti. Questa comunità ha già iniziato a stimolare la rigenerazione urbana con risorse molto limitate, dando vita a iniziative come l’apertura di B&B, murales, mostre fotografiche ed eventi musicali. È essenziale sostenere, coordinare e promuovere queste iniziative per potenziare ulteriormente il quartiere. Per valorizzare ulteriormente il quartiere, è prioritario intervenire su una sezione del corso tra Piazza Santa Teresa e Piazza Ferrovia, attraverso azioni di innovazione sociale a supporto dell’economia di prossimità. Il supporto a micro e piccole imprese in un’area in parte già desertificata commercialmente. La riattivazione degli spazi commerciali vuoti da fornire a basso costo per facilitare l’accesso a nuovi imprenditori e supportare le attività esistenti. La valorizzazione delle attività che contribuiscono all’identità del quartiere. La fecondazione con Servizi Pubblici e Attività Culturali. La predisposizione di un arredo urbano come tessuto connettivo. Il sostegno di iniziative culturali e artistiche locali per stimolare la creatività e l’identità culturale. La valorizzazione del patrimonio storico e culturale per attrarre turismo responsabile e sostenibile. Integrando queste strategie di rigenerazione urbana, riusciremo a collegare il quartiere Provolera alla litoranea, non solo fisicamente ma anche attraverso una rete di attività sociali ed economiche, migliorando la coesione urbana, il senso di comunità e l’identità cittadina.Per il rione Carceri, una semplice rigenerazione non sarà sufficiente. La città cerca un rinnovamento che va oltre le ferite lasciate dal terremoto. È essenziale inserire questo e altri progetti di rigenerazione in un più ampio piano strategico urbano, permettendo alla comunità di partecipare attivamente e decidere il futuro della città. Questo garantirà coerenza tra i vari progetti, con un filo conduttore che li unisce. Nonostante le restrizioni della zona rossa, dobbiamo preservare l’identità storica del quartiere e il rione deve mantenere il suo spirito popolare e vivace. Un’opzione potrebbe essere un progetto di social housing che offra alloggi di qualità a prezzi accessibili, accompagnati da iniziative sociali volte a creare comunità e promuovere l’integrazione.
Carmine Alfano(Alleanza Straordinaria)
Nei rioni ostaggio del degrado, dentro i quali si notano le drammatiche ferite provocate dal totale abbandono degli ultimi decenni, bisogna operare una rivoluzione. Bisogna intanto recuperare gli spazi occupati oggi dagli innumerevoli ruderi che rappresentano il simbolo di una involuzione sociale e urbanistica e restituirli alla comunità. Bisogna ridare ossigeno a chi vi risiede e bisogna avere il coraggio di valorizzare le iniziative di associazioni, comitati e imprenditori che negli anni hanno profuso energie e sforzi per tenere accesa la speranza di una rinascita. Nel Quadrilatero, in particolare, la demolizione di Palazzo Fienga e la conseguente riconversione di un’area che ha rappresentato per anni il covo della camorra rappresenta un’operazione necessaria ed altamente simbolica. È proprio dal Rione delle Carceri e dalla Provolera che deve partire il progetto rivoluzionario per il futuro della città mettendo da parte quella odiosa filosofia di ghettizzazione che hanno favorito il radicamento del crimine organizzato e della cultura dell’illegalità. Il compito di un’amministrazione è investire tutte le risorse possibili, e non solo quelle economiche, per favorire l’inclusione. Ai ragazzi che vivono quelle realtà complicate va data una possibilità di scelta e di conseguenza una possibilità di riscatto. Esistono risorse importanti sulle quali si può costruire qualcosa di importante, e mi riferisco soprattutto ai ragazzi che hanno la voglia di essere partecipi e protagonisti di una nuova stagione. Quei rioni devono tornare a pulsare come accadeva negli anni d’oro, devono essere una risorsa per la nuova Torre Annunziata. Noi metteremo in campo azioni di recupero sociale che abbiamo la capacità di contagiare e contagiarsi di positività e speranza. La vera sfida alla camorra si fa con l’arma della prevenzione e con la capacità di proporre percorsi virtuosi. Non è vero che si nasce con un destino segnato, questo accade solo se le istituzioni restano lontane dalle esigenze della gente. È per questo che negli anni sono falliti tutti i tentativi di sviluppo.
MariantoniettaZeppetella (M5S)
Per anni ho insegnato all’istituto Manzoni, quindi il quartiere Provolera mi è molto caro. Avevo il tempo prolungato e nel pomeriggio portavo gli alunni a vedere le bellezze di questo rione. Per me, prima di tutto va riqualificato per quanto riguarda la manutenzione delle strade, dell’elettricità. Poi bisognerebbe premere affinché la Real Fabbrica d’Armi passasse dal Ministero della Difesa al Ministero della Cultura divenendo un museo, con la possibilità così che gli spazi verdi all’interno possano esser percorribili e aperti. Nel quartiere della Provolera la palestra del maestro Zurlo ha una grande importanza, un baluardo per tanti ragazzi contro atteggiamenti violenti e la vicinanza alla microcriminalità, e bisogna creare ulteriori spazi di aggregazione per i ragazzi. In via Eolo c’è la prima sede della Cgil e mi piacerebbe che, in quello spazio, ci fosse un centro di avvio alla formazione dove i giovani possano discutere e intraprendere attività, sia per formarsi che ludiche. Ma non solo. C’è bisogno di creare spazi di ristoro, per anziani e bambini, così come immagino Piazza Cesaro come una grande area pedonale con un parcheggio interrato. Per quanto riguarda il quartiere delle carceri, la cosa più importante è la riqualificazione dell’area rendendola sicura dal punto di vista strutturale e igienico sanitaria. In un secondo momento, è importante far partire delle attività economiche, si pensava ad un mercato ittico in via Caracciolo, anche mediante l’apertura delle Arcate Borboniche, e dei parchi. Vanno incentivate le nascite di startup e associazioni che si interessano di portare avanti il mondo sommerso del piccolo artigianato che rappresenta un valore per Torre. Una delle misure al vaglio è la decontribuzione, per quanto riguarda i tributi comunali per chi apre una piccola attività. Parliamo di un lavoro che va fatto di concerto con le associazioni e una rappresentanza di cittadini. Il tutto, tenendo sempre presenti le esigenze degli anziani, dei bambini, dei portatori di disabilità andando ad individuare le barriere architettoniche presenti abbattendole.
Lucio D’Avino (Oplonti Futura)
Bisogna partire dal principio e da una domanda: qual è la destinazione che si vuole dare a Torre, come la vediamo da qui ai prossimi 10 anni? Bisogna ripartire dalle periferie abbandonate. Il recupero di queste aree è già iniziato a livello sociale, grazie alle tante associazioni e realtà sane presenti. Penso alla Boxe Vesuviana ma anche all’iniziativa dei murales di cui sono stato un fautore con la mia associazione assieme a quella di Anna Vitiello. In questi vicoli c’è una grande voglia di riscatto da parte dei cittadini che si sono messi in gioco, iniziando tutti insieme ad immaginare un futuro diverso magari con un’occupazione turistica per quelle che sono le porte di accesso al mare. Bisognerà partire da un Puc capace di dare una destinazione vera e concreta alla città. È chiaro che parliamo di quartieri che devono essere riqualificati, senza dimenticare le tante persone che vivono in alloggi fatiscenti e quelle che si sono viste privare della propria abitazione perché non hanno i soldi necessari per mettere in sicurezza questi edifici. Prima di pensare alla rinascita dei quartieri da un punto di vista economico, io penso alle persone che vivono lì e soprattutto a quelle che vivono nel disagio. Bisogna ridare dignità a questi cittadini. Da un punto di vista economico, è importante partire da uno studio di base della destinazione della città ed è nostra intenzione l’istituzione di un ufficio Europa, che si occupi di reperire fondi. Non basta pensare a cosa si vuole fare, bisogna pensare anche a come farlo. Altrimenti, ogni idea è buona solo per fare propaganda se non sono supportate da studi precisi.