Non soltanto il piano di evacuazione: per i Campi Flegrei è altrettanto importante mettere le case in sicurezza per difendersi dai terremoti. Secondo gli esperti sono queste le azioni cruciali da intraprendere in una zona che è “la più grande caldera urbanizzata attiva nel cuore del continente europeo”, come la definisce la direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Francesca Bianco. Sono fra 400mila e 500mila le persone che attualmente vivono nella zona rossa dei Campi Flegrei, che comprende i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, parte di Marano e una piccola zona di Giugliano, più alcune zone di Napoli. Il terremoto di magnitudo 3,9 registrato alle 5,44 del 17 aprile 2024 è l’episodio più recente della crisi bradisismica caratterizzata da terremoti più frequenti e che nel settembre 2023 ha visto un sisma di magnitudo 4,2, il più forte degli ultimi 40 anni. “La messa in sicurezza dei fabbricati è importante ai Campi Flegrei come lo è in generale su tutto il territorio italiano, considerando quanto la nostra penisola sia esposta a rischi naturali rilevanti”, osserva ancora Bianco. E’ necessaria “un’attenzione massima ai luoghi in cui si vive perché il patrimonio edilizio deve essere pronto a difendersi dei terremoti”, osserva il vulcanologo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv. “Scappare non è l’unico modo per difendersi”, aggiunge precisando di parlare a titolo personale. “La mia opinione è che mettere le case in sicurezza è fondamentale”. E’ in corso, ha aggiunto, “un importantissimo lavoro di ricognizione del patrimonio edilizio pubblico e privato” e se i risultati di questa analisi dovessero indicare che “un edificio ha bisogno di interventi, si dovrà provvedere di conseguenza”. Il riferimento è al piano straordinario per i Campi Flegrei approvato nel dicembre 2023 e finanziato con 55 milioni di euro fino al 2025. Prevede, tra l’altro, un’analisi della vulnerabilità sismica sia dell’edilizia privata sia di quella pubblica, allo scopo di individuare le necessarie misure di mitigazione, stimandone i costi. I rilievi da parte dell’Acer, l’Agenzia campana per l’edilizia residenziale, sono iniziati a partire dall’edilizia popolare di Pozzuoli, con gli edifici del Rione Artiaco costruiti nel 1958. Ovviamente la situazione riguarda anche la popolosa area che sorge attorno al Vesuvio. I terremoti dei Campi Flegrei, pur non colpendo direttamente la zona vesuviana, finiscono per averne una ripercussione. Motivo per il quale, dunque, la tutela degli edifici deve essere estesa anche a tutto il territorio che si trova nella provincia sud.
CRONACA
28 aprile 2024
Gli esperti: “Terremoti, bisogna mettere in sicurezza gli edifici”