C’è il diktat della prefettura di Napoli dietro la costituzione di parte civile del Comune di Striano nel procedimento a carico del sindaco Antonio Del Giudice, accusato di abuso d’ufficio, e di un dipendente dell’ufficio anagrafe che deve rispondere del reato di truffa. Un caso che scoppia nel pieno della campagna elettorale per il voto. Nei giorni scorsi si è insediato in municipio il viceprefetto aggiunto Dario Annunziata. E’ stato indicato dalla prefettura e nominato «quale curatore speciale per il Comune di Striano» nell’ambito del procedimento penale incardinatosi presso gli uffici della procura della Repubblica di Torre Annunziata. Per la fascia tricolore di Fratelli d’Italia, nuovamente candidato alla carica di sindaco per il Comune di Striano, sarebbe il secondo scontro in tribunale nell’ambito della stessa questione: la vicenda delle bici rubate ai migranti davanti al municipio in piena pandemia. A novembre scorso era già arrivata la condanna a 4 mesi per il furto (con esclusione dell’aggravante della discriminazione razziale), ora la richiesta di giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio, ipotesi inizialmente stralciata dal procedimento principale per approfondimenti investigativi che si sono conclusi dopo la prima sentenza. Per il curatore speciale nominato dalla prefettura e insediatosi presso il municipio di Striano nei giorni scorsi è «opportuno costituirsi parte civile in giudizio in relazione ai reati citati per il risarcimento dei danni, anche all’immagine, arrecati al Comune di Striano» – si legge nel documento – «Al fine di svolgere in sede penale l’attività necessaria per ottenere il risarcimento dei danni è necessario autorizzare la richiesta di costituzione di parte civile del Comune». L’incarico, dopo l’autorizzazione del curatore speciale, è stato affidato all’avvocato Vincenzo Salomone del foro di Torre Annunziata. Sarà lui a tutelare l’immagine dell’Ente nel nuovo braccio di ferro davanti ai magistrati.
La ricostruzione della vicenda
I fatti finiti al centro della discussione risalgono al novembre 2021, quando Del Giudice – durante le restrizioni per la pandemia – di domenica mattina si fece fotografare mentre rimuoveva alcune biciclette dai portici del municipio chiuso. Le bici erano di alcuni immigrati del Mali, ospitati in una struttura della zona, che avevano parcheggiato lì per prendere il treno della Circumvesuviana e svolgere il loro lavoro di venditori ambulanti a Napoli. Al ritorno, però, i cinque cittadini maliani non ritrovarono più le biciclette e uno di loro denunciò tutto. I carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, poi, nel corso delle indagini scoprirono che le bici erano state rimosse dal primo cittadino di Fratelli d’Italia. Del Giudice – è la tesi sostenuta dall’accusa – chiese a un dipendente di trasportare la bicicletta più nuova nella sede della sua azienda, per farla riverniciare con il logo del Comune di Striano. Il tutto avvenne due giorni dopo, durante l’orario di lavoro del dipendente comunale.