In Italia si contano due milioni di influencer attivi, che rappresentano il 21% del totale del mercato europeo. Davanti c’è solo il Regno Unito. La maggior parte degli influencer risiede a Milano (5%), Roma (4,5%) e Napoli (4%). Trattandosi di un mondo con poche regole, questi numeri fanno anche riflettere sui rischi ai quali sono esposti gli utenti della Rete.
Lo dice l’Eurispes nel suo Rapporto Italia presentato recentemente. «Tra il 2021 e il 2022, gli influencer hanno avuto un impatto significativo sulla società e sul mercato italiano», e il 46% dei consumatori italiani ha dichiarato di aver acquistato almeno un prodotto consigliato da un influencer. C’è di più, l’83% degli utenti tiene in considerazione i loro consigli di acquisto.
I settori principali in cui gli influencer influenzano gli acquisti sono il beauty, il food e il fashion. L’Istituto di ricerca segnala poi che il 58% degli italiani segue gli influencer per ricevere informazioni e consigli, soprattutto nei settori della cucina e dell’intrattenimento.
Nel 2022 sono stati pubblicati oltre 146.000 contenuti sponsorizzati con hashtag della trasparenza, principalmente su instagram (84,2%) e tiktok (7,5%). Il formato dei post è il più diffuso (64%), seguito dai reel (23%) e dai video su youtube e tiktok (13%). La moda è il settore principale che utilizza gli hashtag della trasparenza (26,8%), seguito dal food (19,9%), e dalla cosmesi (13,2%).
In questo contesto, segnala l’Istituto di Ricerca, «la regolamentazione dell’attività degli influencer è diventata cruciale per proteggere i consumatori» anche se «la moltitudine di creatori di contenuti e piattaforme rende difficile applicare regole uniformi».
In ogni caso, nel 2016, l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria (Iap), evidenzia l’Eurispes, «ha introdotto il codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, noto come digital chart, per regolamentare l’attività degli influencer».
L’Eurispes spiega ancora che «dal 2017, l’unione nazionale consumatori monitora i casi di pubblicità occulta. Nel 2018 l’autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha emesso linee guida per promuovere la trasparenza pubblicitaria. Secondo un sondaggio Swg il 27% della generazione z e il 24% dei millennials sarebbero favorevoli a un coinvolgimento politico di influencer. Questo fenomeno, noto come ‘news finds me’ indica che le persone si affidano sempre più ai social media per ricevere informazioni politiche, ritenendo gli influencer più affidabili dei media tradizionali».
Un orientamento che apre la strada al pericoloso fenomeno dei “guru” che fanno informazione senza assumersi le responsabilità (etiche, morali ma anche civili e penali) che regolano la professione.