Torre del Greco. Riposo settimanale «sacrificato» sull’altare dei controlli alla movida, il comandante dei carabinieri della compagnia di Torre del Greco finisce nel mirino dei sindacati di categoria: «Cattiva gestione del benessere del personale», la denuncia firmata dalla segreteria del Nuovo Sindacato Carabinieri di Napoli. Un’accusa ferma e diretta, destinata a scatenare un’inevitabile bufera sulla caserma Dante Iovino.
La nota della discordia
A scatenare malumori e proteste tra i militari dell’Arma del territorio, una nota firmata dal maggiore Francesca Romano Ruberto – prima comandante donna della caserma Dante Iovino, arrivata in sordina lo scorso autunno all’ombra del Vesuvio – relativa all’organizzazione dei servizi in vista dell’estate. Alla luce dell’escalation criminale registrata su tutto il territorio (in teoria) coperto dalla compagnia di Torre del Greco, il maggiore – anche alla luce delle richieste di maggiori controlli arrivate da diversi sindaci del Miglio d’Oro, a partire da Vincenzo Cuomo da Portici – ha disposto con una nota scritta e protocollata «che i militari effettivi a quel nucleo operativo radiomobile – scrive la segreteria provinciale del Nsc di Napoli – per cause connesse alla movida, anziché godere del riposo settimanale dopo il turno notturno garantito dalla costituzione italiana, saranno impiegati come secondo equipaggio per i prossimi fine settimana».
L’affondo al maggiore
Un ordine di servizio definito dal Nsc di Napoli «allarmante» per il benessere e la salute dei militari dell’Arma impegnati in un vero e proprio tour de force estivo. I sindacati di categoria indicano proprio il maggiore Francesca Romano Ruberto come «responsabile» di una situazione potenzialmente pericolosa per gli uomini della Benemerita. «Le preoccupazioni dei nostri iscritti, in particolare quelli del nucleo operativo radiomobile della compagnia carabinieri di Torre del Greco – prosegue, infatti, la nota della segreteria provinciale del Nsc di Napoli – riguardano la totale indifferenza del firmatario di quell’ordine di servizio riguardo al benessere dei propri uomini. Un benessere ignorato, se non addirittura annullato, in ragione della garanzia di un astratto intervento operativo sulle aree interessate dalla “movida” stagionale». Parole pesanti come macigni, accompagnato da un fermo j’accuse all’ufficiale catapultato dalla tranquilla Senigallia alla «trincea» della provincia di Napoli: «Ci troviamo nuovamente di fronte a un episodio di cattiva gestione delle idee e del benessere del personale – conclude la nota del Nsc -. Ciò solleva dubbi sulla preparazione dei dirigenti dell’Arma dei carabinieri e sulla loro conoscenza in materia di leggi e regolamenti».
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