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Torre del Greco, scoperto il box delle bombe vicino alla villa di Leopardi
CRONACA
9 luglio 2024
Torre del Greco, scoperto il box delle bombe vicino alla villa di Leopardi
Alberto Dortucci

Torre del Greco. Da un lato l’ultima dimora del poeta Giacomo Leopardi, visitata ogni settimana da centinaia di turisti. Dall’altro un garage in cui erano custoditi circa 150 chili di materiali esplodenti, capaci di provocare – in caso di scoppio – una vera e propria tragedia. Un pericolo scoperto e «disinnescato» dai carabinieri della caserma Dante Iovino, intervenuti in via Villa delle Ginestre – a ridosso della zona di Cappella Nuova – grazie alla «soffiata» di una fonte confidenziale pronta a segnalare la presenza di un pericoloso arsenale proprio a due passi da decine di abitazioni.

Il blitz e l’arresto

Una volta individuato il «deposito delle bombe» della periferia cittadina, i militari dell’Arma hanno fatto irruzione all’interno del box di proprietà di Giovanni Ferrandino, 55 anni, volto già noto alle forze dell’ordine del territorio. Durante la successiva perquisizione all’interno del garage-deposito, sono stati ritrovati e sequestrati 492 ordigni artigianali – le classiche «cipolle» utilizzate a conclusione degli spettacoli pirotecnici – per un peso complessivo di 85 chili nonché un sacco di iuta con all’interno 25 chili di esplosivo tipo “perclorato di potassio”. Non solo: rinvenute polveri esplosive in mistura e di zolfo per un totale 40 chili che facevano compagnia a ulteriori 40 chili di materiale inerte per il confezionamento e l’assemblaggio degli ordigni e a 10 chili di micce “cotte” a combustione rapida.

Il pericolo di esplosione

Il materiale ammassato all’interno del box di via Villa delle Ginestre – in caso di esplosione – avrebbe avuto conseguenze devastanti. Pertanto, si è resa necessaria la presenza dei carabinieri del nucleo artificieri del comando provinciale di Napoli per procedere alla rimozione di «cipolle» e polveri e esplosivi. Gli specialisti del disinnesco hanno messo in sicurezza l’area prima di sequestrare i circa 150 chili di materiale: un lavoro andato avanti dalle prime ore della notte fino all’alba. Dopo le procedure di rito, invece, Giovanni Ferrandino è stato trasferito dietro le sbarre del carcere e dovrà rispondere di fabbricazione e detenzione abusiva di materie esplodenti, ricettazione e omessa denuncia di materie esplodenti. @riproduzione riservata

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