La battaglia della Campania contro l’autonomia differenziata arriva alla fase finale che sa di regolamento di conti. Lunedì 26 agosto la Regione Campania presenterà ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge sull’autonomia differenziata. La Giunta regionale guidata dal presidente Vincenzo De Luca ha già approvato nei giorni scorsi la delibera che dà il via libera alla presentazione del ricorso, che sarà notificato lunedì o comunque entro la giornata di martedì 27 agosto. Al lavoro sul testo del ricorso un pool di avvocati amministrativisti e il costituzionalista Francesco Marone, docente di Diritto costituzionale all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. La volontà di ricorrere alla Consulta contro la legge voluta dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli era stata più volte espressa nei mesi scorsi dal governatore campano Vincenzo De Luca, una strada da percorrere in parallelo con quella del referendum abrogativo la cui richiesta è stata già approvata dal Consiglio regionale della Campania lo scorso 8 luglio. Nella giornata di ieri inoltre, sulla piattaforma del Ministero della Giustizia, sono state raggiunte le 500mila firme necessarie per la presentazione del quesito referendario per abrogare la legge sull’autonomia differenziata, risultato al quale la Campania ha contribuito con 97mila firme digitali e 13mila firme raccolte ai banchetti organizzati in tutta la regione, prima tra le regioni italiane. La posizione espressa da De Luca sul tema è sempre stata chiara e ribadita anche recentemente quando il Governatore ha parlato alla festa dell’Unità di Mantova. Rispetto all’autonomia differenziata “c’è un problema ideale per chi ha un sentimento di patria e di spirito nazionale quando parliamo di unità d’Italia. Ma vorrei dire che c’è anche un interesse economico del Nord a tenere agganciato il Sud ai processi di sviluppo.Se il Sud diventa un’area di totale degrado – ha spiegato – noi continueremo ad avere un’emigrazione delle forze giovanili. Abbiamo perso un milione e mezzo di giovani in 15 anni. E vi esporteremo non più manodopera, come negli anni 50 e 60. Quello che potremo esportare sarà un po’ di camorra e di mafia. Non è che si salva il Nord: alla fine il degrado arriverà qui”. Parlando del referendum ha aggiunto: “Si sono raggiunte 500mila firme, siccome questa è una materia complicata io credo che si stia esprimendo, in questa valanga di cittadini che sono andati a firmare, un doppio sentimento. Uno è un inizio di critica politica seria al governo nazionale. E, poi, credo anche che sia vero che probabilmente questa riforma arriva fuori tempo massimo”. Per De Luca bisogna fare “un’operazione verità, perché quando cercano di proporre in maniera un po’ volgare l’autonomia differenziata lo fanno partendo da questo racconto: Dobbiamo liberarci di un’area del Paese, il Mezzogiorno, nel quale dominano la clientela politica, l’inefficienza, il parassitismo, lo spreco dei soldi pubblici, l’incapacità di governo. Nel Sud abbiamo conosciuto tante degenerazioni, abbiamo tante criticità, a cominciare dai grandi poteri criminali. Avevamo gli anni nei quali i nostri territori erano sommersi di rifiuti, abbiamo conosciuto momenti di degenerazione e clientela politica, di parassitismo. Io sono il principale nemico delle degenerazioni al Sud. Sono il principale nemico del Sud della lamentazione e della inconcludenza. E sono pronto ad accettare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque. Dunque, sono pronto a sedermi a un tavolo per correggere innanzitutto questo racconto del Sud”. Rispetto all’autonomia, poi, anche la Regione Toscana ha formalmente presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro la riforma del Governo per l’autonomia differenziata. E’ un ricorso, ha spiegato il presidente Eugenio Giani ai giornalisti, articolato in 12 punti. Il fatto principale, ha detto Giani, è che la riforma tradisce “lo spirito della Costituzione che, all’articolo 116, chiedeva particolari forme di autonomie, cioè leggere di ciascuna Regione ciò che è specifico”. Nel caso della Toscana, ad esempio, si tratterebbe di permettere alla Regione di gestire in maniera più autonoma una “ricchezza peculiare coma geotermia”. “Aver raggiunto in pochissimi giorni un così importante numero di firme è un risultato straordinario. Un segnale chiaro nei confronti di una destra che con l’autonomia differenziata non fa altro che aumentare le disuguaglianze e i divari. Ma non possiamo fermarci qui: fino a fine mese continueremo a raccogliere le firme online e nelle piazze e a tenere iniziative con il sindacato, l’associazionismo cattolico, le imprese, le forze politiche d’opposizione, in difesa della coesione e dell’unità nazionale”. Così il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino. Cui fanno eco altri parlamentari: “Il raggiungimento di oltre 500mila firme online per il referendum contro l’Autonomia differenziata è un grande successo, che dimostra come l’Italia vuole essere unita contro una maggioranza pasticciona che litiga su tutto, compreso sullo ius scholae. Ecco noi dobbiamo difendere l’Italia”. Lo dice Angelo Bonelli, deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, in un video.
Forza Italia. L’autonomia differenziata “noi l’abbiamo votata, quindi non è che abbiamo fatto creare degli ostacoli. Però vogliamo, visto che ci sono 60 milioni di cittadini italiani, che tutti i cittadini italiani abbiano tutti gli stessi diritti e siano trattati nella stessa maniera. Per questo abbiamo detto che devono essere prima i Lep o espresso qualche preoccupazione in maniera trasparente e mai polemica su quello che riguarda le materie non Lep, in modo particolare quelle di mia competenza del commercio internazionale. Abbiamo dato vita come Forza Italia a un osservatorio sull’applicazione dell’autonomia differenziata, perché noi vogliamo che tutti i cittadini ne traggano vantaggio e nessuno sia penalizzato”. Lo ha detto il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine della visita al Meeting di Rimini aprendo un altro fronte con gli alleati dopo lo Ius Scholae.