Il rapporto con il Governo «è pessimo». Maurizio Landini, leader della Cgil ha detto che il sindacato è stanco di stare a guardare come va a finire. E allora si annuncia un autunno caldissimo su due fronti: quello del lavoro e quello della politica industriale, Ora la Cgil ha acceso i motori per una mobilitazione generale e ha annunciato di voler scendere in piazza per difendere il lavoro e le industrie. L’obiettivo. se possibile, è avviare un confronto che adesso non esiste. Il 20 settembre, per esempio, il Governo deve presentare all’Europa un piano per ridurre il debito pubblico e dovrà indicare anche le riforme, ma di tutto questo non ha discusso una sola volta con le parti sociali. Secondo Landini, Meloni pensa che una volta vinte le elezioni un governo possa fare ciò che gli pare. Ma gli italiani, ha detto, non sono solo quelli che pagano le tasse (chi lo fa, ovviamente), la Cgil pretende di essere interpellata sulle scelte che riguardano il futuro del Paese. E prima di ogni altra cosa bisogna dare risposte, a partire dalla contrattazione come strumento principe di mediazione. Sull’autonomia differenziata la Cgil prevede che saranno oltre un milione le firme per cancellare «un danno per il Paese». I promotori del referendum depositeranno la raccolta di adesioni il 26 settembre e due giorni dopo, il 28 settembre, Confindustria dedicherà allo stesso tema una riunione del suo consiglio generale per fare una sintesi interna. Per la Cgil è centrale il tema dei salari. Per sostenerli bisogna usare le leve del fisco, sostiene, ma il Governo «sta andando da un’altra parte, con grandi marchette elettorali, non con un’idea vera di riforma fiscale di sostegno al lavoro e alle imprese». Nel pubblico impiego con il rinnovo dei contratti bisogna almeno recuperare l’inflazione, non bastano gli aumenti del 5%. Servono risposte su sanità, formazione, lotta alla precarietà, riforma delle pensioni, politiche industriali «per un nuovo modello di sviluppo, per evitare che interi settori industriali rischino una dismissione». E prima ancora, per il leader della Cgil, c’è bisogno di avviare un confronto serio. Dice: «Non abbiamo intenzione di stare a guardare il peggioramento delle condizioni del Paese».
CRONACA
9 settembre 2024
Dall’autonomia alle contrattazione, tra Cgil e governo sarà un autunno caldo