Castellammare. È arrivata in leggero ritardo, se così si può dire, la prima campanella al plesso scolastico del don Giovanni Bosco, la scuola del rione San Marco che fu chiusa a settembre per la mancanza di collaboratori scolastici. Ieri mattina, a praticamente un mese dall’inizio delle scuole, quell’edificio è tornato ad essere ripopolato da insegnanti e bambini, un luogo di speranza dove crescere i cittadini del domani. Mamme e papà, con i propri figli con le tute blu, hanno atteso quel suono all’esterno dei cancelli della scuola, quasi come se fosse il primo giorno del nuovo anno. Così in largo anticipo in molti erano già lungo la stradina parallela all’edificio . Tanti i sorrisi, ma anche le battute tra i genitori. “Alla fine siamo tornati”, dice una mamma, “e pensare che eravamo ad un passo dall’iscriverci ad un’altra scuola”, risponde un papà mentre sfila il casco al figlio e parcheggia la moto. Quella che può sembrare una storia banale in realtà non lo è anche perché si è andati vicini ad avere l’ennesimo scheletro di cemento in centro città. Sarebbe stata una sconfitta per un’intera comunità, perché quando si chiude una scuola, in qualunque territorio, significa ammettere una sconfitta e dare campo a tutti gli elementi negativi che, per un certo senso, contraddistinguono Castellammare di Stabia. Passano i minuti e aumenta la tensione positiva. I bimbi fanno a gara per mettersi davanti a tutti ed entrare a scuola per primi. Ma c’è anche chi, un po’ distratto, e preso dall’euforia, a un certo punto si gira, come se gli mancasse qualcosa. Da lontano si scorge una sagoma, una signora che aveva una busta: “Ho capito che sei felice di tornare a scuola a mamma, ma ti stai scordando la merenda”. Tutte scene di quotidianità che fuori a quell’edificio si rischiava di non vedere mai più. Dopo la notizia della chiusura e del dislocamento delle classi si temeva il peggio, ossia, che quell’edificio rimanesse vuoto e che magari, venisse preso di mira dai soliti ladri del ferro e del rame o peggio, come già capitato a Castellammare, usato da chi calpesta la dignità di questa città ogni giorno per pianificare le proprie trame criminali. Arrivano finalmente le 8 e suona la tanto attesa prima campanella. C’è un boato collettivo, c’è addirittura chi accenna un applauso, perchè l’ultimo mese e mezzo per la comunità del San Marco è stato parecchio intenso, proprio come un viaggio. A prendere in mano la lotta per la riapertura, e questo va riconosciuto, è stato il comitato del rione San Marco, che ha prima organizzato una raccolta firme, e poi “costruito” il tavolo di dialogo tra i rappresentanti dei genitori, il comune di Castellammare, la preside del III circolo didattico. Così, grazie a questa mobilitazione, si è arrivati ad un risultato importante: il mantenimento del primo presidio di legalità nel rione più popoloso della città: “Ora dobbiamo difendere questa conquista- dicono orgogliosi i membri del direttivo del rione San Marco- questa scuola ora va potenziata e lavoreremo affinchè dia più servizi. Ringraziamo l’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Vicinanza e l’assessore Di Nuzzo, la preside del terzo circolo. Cercheremo di mantenere intensi i dialoghi perché lavorando insieme si possono ottenere grandi risultati. Questo plesso ha un grande spazio all’esterno e magari si potrebbe lavorare per costituire una palestra all’aperto”.
CRONACA
16 ottobre 2024
Castellammare, gli alunni del don Bosco a scuola un mese dopo