Scoppia la lite nel centrosinistra sull’asse Castellammare-Torre per le selezioni del personale nel nuovo centro commerciale. Fa discutere la decisione del Maximall Pompei, che si appresta ad avviare un procedura selettiva che per due giorni sarà ristretta esclusivamente ai residenti a Torre Annunziata. Il sindaco Corrado Cuccurullo ha subito colto la palla al balzo e non ha perso l’occasione per sbandierare questa iniziativa come un vessillo, arrogandosi presunti meriti su una vicenda di carattere esclusivamente privato. Da Castellammare, intanto, l’ex segretario cittadino del Pd, Peppe Giordano, ha contestato sui social l’esultanza di Cuccurullo e la decisione di limitare solo a Torre le selezioni indette per il 29 e il 30 ottobre. Il coordinatore dem stabiese fa riferimento all’esigenza di “uno sviluppo su un territorio di area vasta”, senza quindi “alimentare campanilismi inutili”. Una visione, quella dello sviluppo urbano integrato, che in effetti rappresenta una delle chiavi di lettura delle politiche europee, anche per l’accesso alle tante risorse destinate alla rigenerazione territoriale. Un punto di vista “moderno”, però, che nella politica stabiese è venuto meno quando nel 2022 si è materializzata l’intesa tra Marina di Stabia e l’amministrazione comunale di Pompei, un accordo che tuttora viene descritto come una “scortesia” nei confronti di Castellammare, piuttosto che come un’occasione per aprirsi verso nuovi orizzonti di sinergia e rete territoriale. Ed è venuto meno anche quando il contratto d’area torrese-stabiese ha privilegiato a lungo Castellammare rispetto alle prospettive di sviluppo di Torre Annunziata, complice anche una politica tutt’altro che oculata in area oplontina. L’iniziativa per i cittadini di Torre da parte della IrgenRe, azienda promotrice del progetto Maximall Pompeii, ha tutto il sapore di un’opportunità per il territorio di Torre, una realtà da decenni alle prese con gravi problemi di disoccupazione e degrado sociale. Dietro gli annunci sbandierati da Cuccurullo, tuttavia, si percepisce un possibile tentativo di sfruttare un’iniziativa privata per mascherare le carenze di un’amministrazione che fatica a presentare un piano concreto per lo sviluppo economico e sociale della città. Cavalcando l’onda di una campagna di selezioni lanciata da un privato, il sindaco ha provato a capitalizzare consenso, ma il vero dilemma sta nell’assenza di una visione amministrativa d’insieme e di un programma strutturato per il rilancio economico di Torre Annunziata, una città che soffre quotidianamente l’incuria, la scarsa vivibilità e la carenza di servizi essenziali. L’atteggiamento del primo cittadino oplontino ha persino aperto un fronte con la componente democrat stabiese. Giordano ha criticato l’iniziativa, contestando l’esultanza di Cuccurullo ed anche lo scenario che alimenta “battaglie territoriali che richiamano alle guerre di conquista dei feudatari di epoca medievale”. Ma la dialettica politica sembra distante dal contesto socio-economico di riferimento: Torre Annunziata è una realtà con gravi problemi sociali, dove ogni occasione per creare occupazione è fondamentale per sradicare il degrado sociale. L’idea di scagliarsi contro un’iniziativa che mira a dare opportunità lavorative a una città in ginocchio appare una presa di posizione politica fine a se stessa. Se è vero che lo sviluppo di una città non può basarsi solo su iniziative spot o su una singola impresa privata, è altrettanto vero che in momenti di difficoltà economica e sociale occorre cogliere tutte le possibilità disponibili per arginare il disagio. Ma soprattutto il dibattito sembra perdere di vista un aspetto. La procedura messa in atto da IrgenRe per Torre Annunziata si configura attraverso colloqui per indirizzare i candidati verso le aziende private che opereranno nel centro commerciale, pronto ad aprire i battenti il 28 novembre. Non c’è nessun concorso pubblico, né si evincono criteri di preferenza territoriale così marcati e definiti. In questo contesto, un sindaco esulta e un ex segretario di partito fa polemica. Ma su quali basi si fondano le loro argomentazioni? E perché dovrebbero essere tali da innescare un dibattito di carattere politico su procedure – va ricordato – di natura privatistica? Spot elettorali e polemiche svuotano il ruolo di una politica che preferisce dibattere sulle scelte altrui, in assenza di idee su cui basare le proprie scelte.
CRONACA
25 ottobre 2024
Nuove assunzioni, trionfa il populismo: il Pd stabiese attacca il sindaco di Torre Annunziata