Pagani. Il clan camorristico Fezza-De Vivo avrebbe tentato di condizionare le elezioni amministrative del comune di Pagani imponendo il voto a favore di propri candidati, estranei alla coalizione poi risultata vincitrice delle elezioni, salvo poi tentare di instaurare rapporti con quest’ultima. È quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno e culminate oggi nell’esecuzione di un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale salernitano ed eseguita dai Carabinieri di Nocera Inferiore, nei confronti di 8 indagati, 3 dei quali destinatari della custodia cautelare in carcere e 5 degli arresti domiciliari. Tra loro figura Alfonso Marrazzo, imprenditore già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e, in passato, consigliere comunale di Pagani per circa 20 anni oltre che assessore all’ambiente fino al 2016. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale, condotte aggravate dalla finalità di agevolare il clan Fezza-De Vivo attivo a Pagani e nelle zone limitrofe. Secondo la ricostruzione della Dda salernitana, il clan Fezza-De Vivo, attraverso Marrazzo e mediante la cooperativa Pedema di cui era presidente, tentava di infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo dell’amministrazione comunale. In particolare Marrazzo, attraverso la Pedema, sarebbe riuscito ad ottenere, in maniera illegittima anche mediante uno scambio di favori e prestazioni, appalti pubblici comunali quali la gestione del cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade comunali e altri servizi pubblici di somma urgenza, compreso quelli connessi all’emergenza Covid soprattutto per quanto riguardava la sanificazione, quest’ultima eseguita in frode al capitolato d’appalto.
CRONACA
8 novembre 2024
Scattano otto arresti: c'è anche l'ex consigliere e assessore Alfonso Marrazzo
Camorra, il clan Fezza-De Vivo tentò di condizionare le elezioni a Pagani