Un piano straordinario per fronteggiare il fenomeno della violenza giovanile nell’area metropolitana di Napoli. È una delle decisioni prese ieri mattina durante la riunione presieduta dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sede della prefettura di Napoli con il sindaco Gaetano Manfredi e i vertici di prefettura, questura e comandi provinciali delle forze dell’ordine. In particolare il ministro ha dato disposizioni per intensificare le operazioni in orario notturno e in particolare nelle aree di maggior frequentazione giovanile anche con il potenziamento del sistema di video-sorveglianza da realizzare in pochi mesi. Durante l’incontro è stato messo a punto un piano straordinario di attività per fronteggiare il fenomeno della violenza giovanile nell’area metropolitana. In particolare, il titolare del Viminale ha dato indicazioni affinché siano intensificate le operazioni ad alto impatto nelle zone sensibili e ci sia un nuovo impulso ai servizi di controllo del territorio soprattutto in orario notturno e in particolare nelle aree di maggior frequentazione giovanile. Inoltre, durante il vertice sono state poste le basi per un significativo potenziamento del sistema di video-sorveglianza da realizzare in pochi mesi in città. L’attenzione, è stato ribadito al tavolo, non sarà solo nei confronti della città di Napoli, ma anche della stessa area metropolitana dove, purtroppo, i fenomeni di violenza che vedono coinvolti i giovani sono sempre di più in aumento. Due i casi presi in esame: l’omicidio del 19enne Santo Romano, avvenuto nella piazza principale di San Sebastiano al Vesuvio dopo un litigio a causa di una scarpa (un paio di Versace da 500 euro) sporcata inavvertitamente da un amico della vittima e l’aggressione a un cittadino bengalese avvenuto a Castellammare nei pressi della Cassa Armonica. Su questo episodio, inoltre, il 14 novembre si terrà un comitato provinciale per la sicurezza e per l’ordine pubblico specifico voluto dal Prefetto di Napoli, Claudio Di Bari. “Credo che questo impegno che c’è stato subito da parte del ministro Piantedosi possa essere replicato con il ministero delle Politiche sociali e con il ministero dell’Istruzione per fare in modo che ci sia sempre più cooperazione istituzionale. Questi sono problemi che non hanno un colore politico, riguardano il bene delle nostre comunità e dei ragazzi. Dobbiamo lavorare tutti insieme per poter fare il meglio possibile”. E’ l’auspicio espresso dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ieri ha incontrato nella sede della Prefettura di Napoli, il ministro dell’Interno, Piantedosi, per discutere delle azioni di contrasto da mettere in campo contro il fenomeno della violenza giovanile in città e nell’area metropolitana. Manfredi ha parlato di un fenomeno “completamente nuovo rispetto a quello fronteggiato in passato, e fortemente depotenziato, dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Questi sono fenomeni di ‘gangherismo urbano’ che avvengono di notte con minori e ragazzi che spesso non si rendono nemmeno conto di quello che fanno. E dunque – ha aggiunto – accanto a nuove modalità operative, serve un grande lavoro educativo, inclusivo, di attività di assistenti sociali e serve lavorare con le famiglie, come stiamo facendo e come dobbiamo fare sempre di più: da un lato serve il potenziamento dell’attività di controllo e dall’altro di inclusione e recupero”. Una lunga scia di sangue che inizia da molto lontano: Aveva invece 19 anni Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista freddato con tre colpi di pistola in piazza Municipio il 31 agosto 2023. Amava la musica, suonava il corno e si era formato nell’Orchestra Scarlatti Young, Giogiò, e quella mattina, anche quella volta poco prima dell’alba, fu ucciso solo per uno scooter parcheggiato male e per aver difeso un amico. Lo scorso 6 ottobre l’omicida del musicista, di soli 17 anni, ha incassato uno sconto di pena e così potrebbe tornare in libertà dopo non più di 14 anni da quella morte. Pochi mesi dopo, sempre a Napoli, altri due ragazzi hanno perso la vita. Era la notte tra il 19 ed il 20 marzo 2023 quando davanti agli Chalet di Mergellina scoppiò una rissa, per una scarpa calpestata. Ci fu una lite, degli spari e l’aspirante pizzaiolo Francesco Pio Maimone estraneo a qualsiasi logica criminale fu ucciso per sbaglio a soli 18 anni. Pochi giorni fa l’assassino ha chiesto scusa: “Forse meglio il silenzio”, aveva commentato la sorella della vittima. Emanuele Tufano aveva solo 15 anni quando fu ammazzato nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre. Una sparatoria, nel cuore di Napoli, con venti colpi esplosi e a terra un ragazzino colpito alle spalle, forse mentre scappava. Poi, è stato il turno di una scarpa calpestata, a San Sebastiano al Vesuvio, e di un 19enne, Santo Romano, ucciso da chi ha solo 17 anni. Oggi ancora spari: Arcangelo Correra è stato ucciso a 18 anni mentre stava arrivando l’alba, nel centro storico di Napoli, con un colpo alla testa. E in soli 17 giorni sale a tre il bilancio dei ragazzi morti ammazzati. Non si ferma, dunque, tra Napoli e provincia, quella che sembra una vera e propria mattanza e che vede protagonisti, tra vittime e assassini, ragazzi sempre più giovani. La notte in cui ha perso la vita Emanuele sarebbe entrato in azione un folto gruppo di giovani e giovanissimi armati provenienti dal rione Sanità che dopo avere “sconfinato” hanno aperto il fuoco contro un gruppetto più risicato di rivali di piazza Mercato, che hanno risposto sparando. Al momento sono due gli indagati, anche questi molto giovani, un 15enne e un 17enne.
CRONACA
11 novembre 2024
Emergenza giovanile: il diktat del ministro: «Controlli notturni»