Napoli. Uno sbalzo pressorio, un forte dolore, un’emozione improvvisa, la disidratazione o semplicemente un brusco cambiamento di posizione e persino una gravidanza. Sono solo alcune delle cause ‘benigne’ del cosiddetto svenimento che può accadere in qualsiasi contesto, anche in diretta televisiva, come è successo qualche giorno fa ad Anna Falchi durante la trasmissione ‘I fatti vostri’.
Un mancamento, però, è solo un sintomo con molte possibili spiegazioni. Innanzitutto, spiega Giorgio Sesti, docente di Medicina interna all’Università Sapienza di Roma, “bisogna distinguere i casi perché il termine svenimento è una definizione popolare. In medicina intendiamo due cose diverse. La prima è la cosiddetta lipotimia che è la sensazione di svenimento, di perdita di coscienza, di debolezza, di non riuscire a stare in piedi, senza però una reale perdita di coscienza. Poi invece c’è la sincope, che oltre alla sensazione provoca realmente una perdita di sensi”.
Sono due situazioni completamente diverse, perché “la lipotimia è una specie di preallarme. Ci dice ‘attenzione c’è qualcosa che non va, mi sento la testa confusa, vedo tutto nero, mi devo sedere’. Mentre con lo svenimento vero e proprio si crolla letteralmente terra”, precisa lo specialista.
Le cause prevalenti di queste situazioni “sono circolatorie – continua Sesti – cioè legate ai meccanismi per esempio di controllo della pressione. Un ipoteso che prende farmaci o ha perso molti liquidi arriva ad avere una pressione molto bassa, specialmente nei periodi più caldi o anche passando dal freddo al caldo”.
Un esempio tipico è entrare, d’inverno, “in una stanza riscaldata al massimo arrivando dal gelo esterno. In questo caso si può creare un meccanismo per cui la pressione si abbassa rapidamente, non arriva sangue al cervello e si ha la sensazione di svenire”.
Altra causa frequente che “a tutti noi è capitato di sperimentare: se stiamo a lungo seduti o sdraiati e ci alziamo di botto in piedi, abbiamo la cosiddetta ipotensione ortostatica. Non diamo il tempo al circolo sanguigno che è andato verso le gambe, verso la parte più bassa del corpo, di distribuirsi a livello del cervello”, descrive Sesti.
Ed è la situazione in cui Anna Falchi ha spiegato di essersi trovata. Le condizioni appena descritte “sono benigne, transitorie – evidenzia il medico internista – Basta bere un po’ d’acqua, stare un po’ seduti o mettersi sdraiati con le gambe alzate, tutte le cose che già più o meno tutti sappiamo di dover fare. Poi ovviamente, invece, come sempre avviene nella medicina, lo stesso sintomo può essere segno di patologie gravi. Ad esempio un campanello d’allarme di un infarto del miocardio in corso, perché il cuore infartuato non pompa più il sangue e il cervello non è irrorato. Può essere una condizione di scompenso cardiaco, di insufficienza cardiaca, di patologie in cui il circolo sanguigno è compromesso proprio perché il muscolo cardiaco non pompa bene”.
E ancora. Ci sono anche alcune sostanze che possono essere implicate in uno svenimento, prosegue Sesti, “per esempio l’uso dell’alcol che è un vasodilatatore. Se se ne fa un uso eccessivo successivo, in alcune condizioni ambientali può sopravvenire uno svenimento. C’è poi la disidratazione, il caldo eccessivo, come succede d’estate con i famosi colpi di calore”.
Inoltre, “in soggetti particolarmente sensibili, una intensa emozione può provocare un’iperattivazione del sistema nervoso parasimpatico che può determinare una distribuzione del sangue in tutti i vari tessuti e questo fa crollare la pressione. Quindi anche una forte emozione, come nei drammi teatrali, può provocare il mancamento”.
Ma si sviene anche “per un forte dolore, una colica renale per esempio, che è una cosa che può capitare frequente: il dolore è talmente forte che crea un’attivazione del sistema nervoso. Non a caso ‘svenire dal dolore’ è una frase usata nel linguaggio comune. Poi ovviamente ci sono anche le forme neurologiche gravi e quindi tutte le patologie neurologiche del cervello, l’ictus e molto altro. Insomma – conclude l’esperto – è un sintomo che può indicare qualcosa di relativamente banale, fino a problemi molto seri che devono essere indagati”.