Simeone cade a terra in mezzo a due difensori della Juventus e insegue il pallone colpendolo di testa da sdraiato. Poco prima Matteo Politano, stremato e distrutto, torna in difesa e manda il pallone in fallo laterale esultando come se avesse segnato. Sono loro due alcuni dei guerrieri di Antonio Conte che hanno infiammato il Maradona. Sono queste le immagini iconiche che, insieme ai due gol, sono rimaste nella testa dei tifosi del Napoli dopo il successo di sabato sulla Juventus: un’immagine-simbolo della volontà di dare il massimo per continuare il sogno da capolista e di farlo tutti insieme, uniti. Il Napoli dopo 22 partite giocate è primo in classifica con 53 punti, gli stessi con cui l’anno scorso la squadra ha chiuso il campionato dopo 38 partite. Numeri che descrivono in modo plastico l’altro mondo costruito da Antonio Conte, che è riuscito a far tornare la squadra ad altissimi livelli con tre titolari diversi rispetto allo scorso anno: McTominay, Lukaku e Neres al posto di Zielinski, Osimhen e Kvaratskhelia. Che il Napoli sia un gruppo molto unito lo ha sottolineato ieri il tecnico Conte nel dopo partita: “so di avere un gruppo di ragazzi pronto a venire in guerra con me. Il mio ruolo di capo del gruppo è fare il meglio con chi ho in casa, poi vedremo”, ha detto. Parole nette quelle di Conte che, nato calcisticamente e cresciuto da allenatore nella Juventus, ieri ha dato una lezione di tattica e cervello ai bianconeri, tirando fuori subito agli avversari il fiato rimasto dopo l’impegno in Champions e colpendoli nella ripresa. Napoli e Juventus, due squadre storiche e rivali, si sono affrontate al Diego Armando Maradona in una partita che ha offerto emozioni, intensità e un’atmosfera che difficilmente si dimenticherà. A risplendere in questa notte di sport e passione sono stati soprattutto due protagonisti: Matteo Politano e Giovanni Simeone. Entrambi, con il loro carattere e le loro giocate, hanno infiammato il pubblico presente. Matteo Politano, cresciuto calcisticamente a Sassuolo, ha giocato con il cuore in mano. Non solo corsa e tecnica, ma anche quella grinta che solo chi sente il peso di Napoli sulla pelle può mostrare. Le sue giocate, combinate a un’inesauribile voglia di lottare su ogni pallone, hanno spinto la squadra partenopea a cercare con tutte le forze il gol della vittoria. E quando, nel secondo tempo, Politano ha sollevato le braccia al cielo incitando il pubblico, l’intero stadio ha risposto con un boato che sembrava scuotere le fondamenta del Maradona. Dall’altra parte, Giovanni Simeone ha mostrato perché è considerato uno dei giocatori più carismatici del panorama calcistico. Il Cholito, figlio d’arte, ha interpretato la partita con un’intensità rara. Non è stato solo un attaccante, ma un guerriero capace di sacrificarsi, rincorrere gli avversari e lottare su ogni pallone. Alla fine, il risultato passa in secondo piano. Quello che resta è lo spettacolo di due squadre che, attraverso i loro leader in campo come Politano e Simeone, hanno trasformato il Maradona in un’arena di emozioni e adrenalina pura. Una notte che i tifosi difficilmente dimenticheranno.
SPORT
27 gennaio 2025
Napoli, da Simeone a Politano: i guerrieri di Conte