Sanremo. Il caso scoppia in mattinata: il videomessaggio di papa Francesco sulla musica come strumento di pace, trasmesso nel cuore della prima serata di Sanremo, sarebbe stato registrato in realtà a maggio e trasmesso a insaputa del pontefice, scrive Dagospia. “Non siamo alla fantascienza, siamo oltre”, taglia corto Carlo Conti in sala stampa, spiegando che il messaggio “è stato registrato sabato primo febbraio” e sottolineando che da allora ha mantenuto il più stretto riserbo fino a poche ore dalla messa in onda.
“A fine maggio – precisa il direttore artistico – ho preso parte alla Giornata mondiale dei bambini e il papa mi ha detto ‘se potrò ringraziare ditemi cosa posso fare per voi’. Così, il 12 gennaio, appena avuto l’ok sull’esibizione di Noa e Mira Awad con Imagine, ho scritto una lettera al Santo Padre che ho fatto avere a padre Enzo Fortunato. Dopo qualche giorno, esattamente il primo febbraio, mi è arrivato questo video. Sono stato in silenzio, non lo sapeva nessuno, neanche mia moglie: ho mandato il video in regia ieri pomeriggio. È stata una grandissima gioia per me”.
Francesco non ne sapeva nulla?, gli viene chiesto: “Hai presente quando nelle partite di calcio c’era l’invasione di campo?. A un certo punto hanno deciso di non riprendere più le invasioni di campo, e hanno smesso di farle. Poi – chiosa – ognuno fa il suo mestiere”. Peraltro, aggiunge ancora, il pontefice nel messaggio “fa riferimento a quello che faccio nel festival, mi sembra abbastanza chiaro. Lo so che può sembrare strano, ma a volte nella vita le cose normali accadono, senza retropensieri, a volte la vita è più semplice di quello che vogliamo credere”.
Una ricostruzione che coincide con quanto filtra dal Vaticano: alcuni passaggi del testo, come “cercate di vivere belle serate” o “mi rivolgo a tutti coloro che sono collegati” sono evidenti riferimenti al contesto di Sanremo.
Concetti richiamati oggi dal Prefetto della Cultura, il card. José Tolentino de Mendonca: “Non ci sono luoghi esclusivi per la missione della Chiesa: il grande e vasto mondo è un luogo per la parola per l’annunzio e papa Francesco è veramente un maestro dell’annuncio del cristianesimo portando questo messaggio di pace, di convivenza interculturale, di vicinanza a chi soffre. Quello che ha detto ieri, lo ha detto a Venezia”, alla Biennale, e “lo ripete ovunque: il mondo ha bisogno del talento e della vocazione degli artisti”.
Mentre Dagospia pubblica la presa di posizione di Conti, c’è chi chiede se certi rumors rischino di depotenziare il messaggio di pace lanciato dal pontefice. “Credo che si debba più pensare a quello che ha detto, riascoltare quelle parole, più lentamente, parola per parola, e rifletterci nella vita di tutti i giorni”, risponde Conti, smorzando definitivamente le polemiche in sala stampa. Proprio qui, del resto, esattamente 12 anni fa, l’11 febbraio 2013, un altro papa faceva ‘rumore’ al festival (e non solo): era Benedetto XVI, con l’annuncio delle dimissioni.