Torre del Greco. «Purtroppo, dobbiamo dialogare con il Pd». Firmato Mirko Gallo, consigliere comunale del M5S all’interno della maggioranza di palazzo Baronale guidata dal dem Luigi Mennella. È l’affondo in piena regola arrivato durante l’ultima riunione provinciale dei pentastellati – un incontro proiettato alle prossime elezioni regionali – e capace subito di scatenare nuove fibrillazioni e polemiche all’interno del «campo largo» organizzato all’ombra del Vesuvio alla vigilia del voto del 2023. Dove il «matrimonio di convenienza» tra grillini e democrat rischia di registrare una pesante battuta d’arresto e di accentuare il pressing degli alleati per un primo rimpasto in giunta.
Parole in libertà
Riavvolgiamo un attimo il nastro di qualche giorno. È domenica, a Napoli – sotto lo sguardo dell’ex presidente della camera Roberto Fico – va in scena l’assemblea provinciale del M5S: un momento di confronto tra i vari gruppi territoriali, trasformato da Mirko Gallo – fratello dell’ex deputato Luigi Gallo, oggi «saggista» del M5S – in un’occasione «buona» per rilanciare il tema delle alleanze e della necessità di proseguire il «lavoro» portato avanti fino a oggi. «La mia esperienza al Comune mi ha fatto percepire le difficoltà che si incontrano nel continuare a portare avanti i nostri valori» la «presentazione» di Mirko Gallo, come a evocare concetti e pilastri spariti dall’agenda politica del M5S. Poi la bordata al Pd, con cui a Torre del Greco i grillini – proprio attraverso il fratello-saggista dell’attuale consigliere comunale di maggioranza – hanno stretto un patto di governo cittadino: «Mi rendo conto che all’interno del sistema c’è la difficoltà negli altri partiti di rimanere integri – l’accusa pesante come un macigno – E questa è la differenza tra il M5S e le altre realtà politiche». Una differenza «sacrificata» sull’altare del compromesso, grazie a cui per la prima volta nella sua storia i pentastellati della quarta città della Campania sono riusciti a conquistare (con un pugno di voti) uno scranno tra i banchi della maggioranza del consiglio comunale. Un risultato storico, ma evidentemente non soddisfacente a pieno perché ora «noi dobbiamo dialogare purtroppo con queste realtà – il messaggio inviato da Mirko Gallo dall’assemblea provinciale del M5S – e quindi voglio invitare tutti a portare avanti i nostri valori perchè quelli (riferito agli esponenti de Pd, ndr) fanno di tutto per dimenticarseli».
Il rebus assessore
Dietro il malcelato «disprezzo politico» di Mirko Gallo ci potrebbero essere le tensioni per il malcontento evidenziato da diversi alleati in merito ai risultati ottenuti dall’assessore grillina Laura Vitiello. Una posizione rivendicata dal fratello d’arte – nonché cognato del sindaco, tutto in famiglia, proprio come gli «altri partiti» – anche durante il confronto a Napoli: «Continuiamo con i referenti a dare man forte – l’appello lanciato da Mirko Gallo -. Io ero singolo consigliere e grazie al referente (il fratello Luigi Gallo, ndr) siamo riusciti a inserire anche un assessore nella giunta e questo non era scontato». E, verosimilmente, ora sarà ancora meno scontato.
Il silenzio del Pd
Ufficialmente il Pd di palazzo Baronale non commenta le «esternazioni» dell’alleato, ma le parole di Mirko Gallo – cristallizzate in un video rimbalzato di smartphone in smartphone in Comune – non sono piaciute ai democrat. D’altronde, già la scorsa settimana il capogruppo Vittorio Guarino e il segretario cittadino Salvatore Romano avevano lanciato segnali di «insofferenza» per la spocchia con cui il M5S aveva affrontato la questione del taglio dei costi della politica all’ombra del Vesuvio. «Predicano bene e razzolano male perchè Mirko Gallo prende sempre almeno due gettoni al giorno», si era lasciato sfuggire il capogruppo dei democrat. Se due indizi fanno una prova, in vista delle prossime regionali il «campo largo» di palazzo Baronale ora rischia di diventare un campo minato. Con buona pace delle alleanze.
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