Carnevale di Palma Campania, dalle mani di Anna Maria nascono gli abiti della festa
CRONACA
4 marzo 2025

Carnevale di Palma Campania, dalle mani di Anna Maria nascono gli abiti della festa

Speranza Galantuomo

Dalle sue mani sono nati gli abiti di uno dei carnevali più affascinanti e importanti della Campania, dietro le quinte della kermesse di Palma Campania – destinata a entrare nel vivo nel giorno di martedì grasso – c’è il lavoro immane di chi con ago e cotone ha cucito addosso ai protagonisti della manifestazione gli abiti scintillanti che si vedono sfilare per le strade della città. Tra le tante sarte che hanno lavorato duramente in queste settimane di preparazione c’è Anna Maria Sorrentino, la «sarta del corso» di Poggiomarino, che quest’anno ha preso parte alla nascita di alcuni degli abiti in gara. Una passione che porta avanti da tanto tempo. Mamma, imprenditrice e artigiana Anna Maria Sorrentino si racconta come una donna che ha fatto della sua più grande passione il suo lavoro. «Sin da bambina ho amato avere tra le mani ago e filo. Quando mia mamma mi diceva di andare a giocare per me il gioco non era quello che poteva essere per le mie coetanee. Era cucire, io stavo bene solo così. Cucio dall’età di 8 anni, dal primo momento in cui mi sono avvicinata a questo mondo ho capito che questa sarebbe stata la mia strada, il mio lavoro per me è come se non fosse tale, sto talmente bene quando cucio che non mi pesa, anzi mi rivitalizza. Dopo 40 anni di lavoro e passione nella mia Poggiomarino nasce l’idea del negozio». Un’attività che porta avanti grazie all’aiuto dei figli. «In 20 giorni abbiamo fatto tutti, è il mio mondo. Loro mi aiutano nella gestione, sono stati loro più di tutti a credere in me». La sarta prende parte per la prima volta al famosissimo carnevale di Palma Campania con la creazione di 8 abiti, contraddistinti dalla sua manifattura. «Ho impiegato mesi per la realizzazione di questi abiti, il roseto è composto da 900 rose tutte cucite a mano. E’ stata una grande soddisfazione vederlo sfilare. Il pavone ho cercato di portarlo su stoffa maestoso com’è, con le sue piume ed i suoi meravigliosi colori. Pianta Grassa e Gessolini mi hanno dato la possibilità di esprimere il mio estro al massimo, ogni volta che li guardo è un emozione. Gli affreschi sono stati gli abiti forse più semplici da cucire, anche loro con la grafica scelta arricchiscono la scena», dichiara la sarta. Ma tra tutti c’è un abito che ha rappresentato una sfida ardua: il diamante. «Ha una struttura molto complessa sia da portare, che da cucire. È una struttura in ferro, spesso mi chiedo anche io come sia stato possibile creare ciò, resto sorpresa del mio stesso lavoro. E’ stato tortuoso quanto splendido cucire quell’abito». Con il Carnevale che arriva al suo apice e anche al termine, lo sguardo va già alla prossima kermesse in cui Anna Maria spera di essere ancora una volta una grande protagonista del cucito, pur rimanendo dietro le quinte della manifestazione.